04 Dicembre 2024 - 11:09:28

di Redazione

“Sono uscite notizie non proprio esatte, ci sono casi individuali e ognuno particolare, ma stiamo lavorando con lavoratori e parti sociali, siamo aperti come società a moltissime soluzioni”.

Lo ha detto Andrea Riposati, legale rappresentante Dante Labs, questa mattina prima dell’avvio della commissione regionale di Vigilanza che all’ordine del giorno ha proprio la situazione occupazionale della società.

La commissione prevede le audizioni di Tiziana Magnacca, assessore alle Attività produttive, lavoro e ricerca industriale, di Riposati, di Giacomo D’Ignazio della Fira s.p.a, Francesco Marrelli, segretario Cgil L’Aquila e di  Andrea Frasca e Alessandra Marchionni di Filcams Cgil L’Aquila.

Dante Labs ha attraversato negli ultimi mesi una grave crisi economica, che ha portato non solo all’avvio di una procedura di licenziamento collettivo, in cui sono coinvolti 13 lavoratori, ma anche al mancato pagamento degli stipendi ai propri dipendenti dal mese di luglio. 

Dante Labs ha ricevuto, inoltre, un finanziamento di 150.000 euro da Fi.R.A. S.p.A. Unipersonale nel 2016. Fira è una partecipata della Regione Abruzzo con capitale interamente pubblico, che detiene una quota del 16,67% della società.

“Noi siamo sereni, consapevoli delle prospettive e confermiamo anche la nostra volontà di continuare ad investire sull’Abruzzo e su tecnologie avanzate come l’oncologia tramite il sequenziamento, la proteomica e di poter crescere come azienda non solo in Italia ma anche in ambito internazionale. Chiediamo anche la collaborazione della Regione, come c’è stata da Fira per continuare a crescere e investire sul territorio”, ha aggiunto Riposati.

“Con la Fira abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e anche la exit che è prevista dal bando è stata rimandata ma non per dissidi tra le due parti, anzi, penso che l’investimento della Fira in Dantelabs provi proprio l’efficacia dell’attività della Fira che con un investimento di 150 mila euro ha creato moltissimi posti di lavoro, mentre vedendo ad esempio le medie non solo italiane, ma anche europee, la creazione di un posti di lavoro richiede un investimento di 300-400 mila euro – ha concluso – Ora quindi la Fira con un investimento di 150mila euro avrebbe dovuto creare mezzo posto di lavoro, invece ne ha creati moltissimi, quindi da questo punto di vista credo che la Fira sia un’eccellenza a livello europeo di come investire sul territorio per creare valore, indotto ma anche posti di lavoro”.

Lo scorso 22 ottobre la situazione di Dante Labs è stata anche al centro di un tavolo in Regione tra politica e sindacati e proprietà.

La commissione Vigilanza è stata richiesta da Cgil e Filcams che ritengono necessario conoscere “anche le determinazioni della  Fira rispetto alla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla società nel mese di settembre e, soprattutto, circa lo stato di crisi occupazionale della Dante Labs”.

Intanto, lo scorso 18 novembre il Consiglio comunale dell’Aquila ha approvato, all’unanimità, un ordine del giorno con primo firmatario Paolo Romano, che impegna il “sindaco e presidente del Consiglio comunale a porre in essere ogni azione utile per salvaguardare il futuro occupazionale dei dipendenti ma anche il ruolo di Dante Labs in città, dove era stata presentata con grande attenzione mediatica e istituzionale”.

“Certamente c’è la questione madre che purtroppo è una situazione di crisi che vive Dante Labs e i lavoratori che sono da mesi senza stipendio, più la questione dei licenziamenti che mettono in allerta tutte le istituzioni – ha detto il presidente della commissione Vigilanza Sandro MarianiOggi si vuol comprendere meglio il ruolo di Fira che ha contribuito al consolidamento di questa realtà, ma soprattutto comprendere cosa si può fare per evitare il peggio. E’ chiaro che c’è stato un evento straordinario, il Covid, che ha permesso a realtà come queste di aumentare in maniera vertiginosa il fatturato. E’ vero pure che esiste una parolina magica che si chiama ‘diversificazione’ che va compreso se sia stata messa in campo o meno. Dobbiamo capire quale futuro ci può essere soprattutto per le professionalità che ci sono in Dante Labs “.

Il presidente della Fira D’Ignazio ha commentato “Una start up che ha avuto una crescita esponenziale. Ad oggi, dopo 5 anni che sono passati da parecchio tempo, Fira deve uscire dalla compartecipazione perché lo strumento finanziario è andato a conclusione. E’ un periodo di tempo in cui cerchiamo di uscire dalla compartecipazione perché era previsto dall’accordo. Fira per quanto riguarda lo stato occupazionale, può incidere poco perché sugli aspetti gestionali è la società che agisce quotidianamente e applica un’azione di controllo. Per quanto riguarda le competenze di Fira, abbiamo dato supporto alla società e l’abbiamo accompagnata per tutto quello che è stato il percorso di crescita e ad oggi stiamo aspettando che i soci fondatori riacquistino le quote di proprietà di Fira”.

“Non riusciamo ad uscire dalla società perché purtroppo non si trova l’accordo sul valore delle quote societarie. All’epoca Fira finanziò la start up in equity per un valore di 150 mila euro. Noi dovremmo uscire valorizzando quelle quote e, quindi, i soci fondatori devono riacquistare per il giusto valore di mercato le quote attualmente in essere di proprietà della Fira”, ha concluso.

Nelle prossime settimane è prevista la convocazione di un’audizione con l’assessore alla Sanità per approfondire le questioni legate agli accreditamenti e individuare possibili soluzioni “evitando il rimbalzo di responsabilità o il mancato coordinamento nell’affrontare i tempi da parte dei componenti dell’esecutivo regionale“, ha dichiarato Mariani.