08 Dicembre 2024 - 09:10:09
di Martina Colabianchi
Sono sconfortanti i dati nazionali sulle morti sul lavoro che arrivano dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre.
Se però le vittime in Italia sono, ad ottobre 2024, più numerose rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, così come gli infortuni, in Abruzzo la situazione è migliore rispetto a quella registrata ad ottobre 2023.
Infatti, se lo scorso anno la nostra regione si trovava in zona rossa, facendo registrare a fine anno 36 morti bianche, si appresta invece a concludere il 2024 in zona arancione con 14 morti registrate fino ad ora, che la collocano al 12° posto in graduatoria nazionale.
La provincia più alta in graduatoria, rispetto agli infortuni mortali sul lavoro, è quella di Chieti al 36° posto, registrando 5 casi in totale e 34,0% di incidenza sul numero degli occupati, valore che ne giustifica la classificazione in zona arancione. Segue L’Aquila, al 54° posto in graduatoria con il 27,5% di incidenza sugli occupati e 3 casi in totale. Si trova in zona gialla.
Nella stessa fascia di colore anche Pescara e Teramo, rispettivamente 66° e 67° in graduatoria, la prima con il 24,5% di incidenza sugli occupati e la seconda con il 24,2%. In entrambe le province, come per L’Aquila, sono state registrate tre morti sul lavoro.
Per quanto riguarda i dati nazionali, a finire in zona rossa a fine ottobre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Molise e Sardegna.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi dieci mesi dell’anno sono 149 su un totale di 657, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Il fenomeno infortunistico per fasce d’età: ancora a maggior rischio i più anziani
Anche nei primi dieci mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).
Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 112,8), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 45,0).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (230 su un totale di 657).
Le vittime per genere e nazionalità
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine ottobre 2024 sono 47, mentre 28 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 149, mentre sono 40 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il martedì risulta essere anche a fine ottobre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi dieci mesi dell’anno (20,2%).
Le denunce di infortunio in crescita, anche se di poco, rispetto ad ottobre 2023
Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,4% rispetto a ottobre 2023. Le denunce erano 489.526 a fine ottobre 2023, nel 2024 sono passate a 491.439.
I numeri delle denunce totali di infortunio per settore: la maglia nera va alle attività manifatturiere
Anche a fine ottobre del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (59.678). Seguono: Costruzioni (31.341), Sanità (30.444), Trasporto e Magazzinaggio (28.918) e Commercio (27.417).