09 Dicembre 2024 - 16:27:42
di Tommaso Cotellessa
Un’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di L’Aquila, con il supporto dell’Arma territoriale, ha portato al sequestro di oltre 1800 beni culturali, archeologici e numismatici, e alla denuncia di sette persone. I soggetti coinvolti sono accusati, a vario titolo, di violazioni legate a ricerche archeologiche non autorizzate, possesso illecito di strumenti per il sondaggio del terreno, furto e ricettazione di beni culturali.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pescara, sono scaturite da un episodio avvenuto nell’agosto 2023, quando i Carabinieri Forestali di Barisciano hanno sorpreso due persone mentre effettuavano ricerche con metal detector nella zona archeologica di Peltuinum, nel comune di Prata d’Ansidonia (L’Aquila). Gli stessi individui sono stati successivamente sorpresi a Popoli (Pescara) in aree sottoposte a vincolo archeologico per il loro valore storico, risalente al periodo alto-medievale.
Su delega della Procura di Pescara, i Carabinieri hanno eseguito una serie di perquisizioni presso le abitazioni degli indagati. L’operazione ha portato al sequestro di: 518 manufatti di natura archeologica e paleontologica; 459 monete antiche, tra cui un rarissimo quarto di Carlino del Regno di Napoli, coniato sotto Filippo II; 19 strumenti per la ricerca e la pulizia di materiale archeologico.
Ulteriori accertamenti hanno rivelato il coinvolgimento di altre cinque persone nelle attività illecite. Nuove perquisizioni, effettuate con il supporto delle Compagnie Carabinieri di Avezzano, Popoli e Sulmona, hanno permesso di recuperare: 598 oggetti provenienti dal sottosuolo; 274 monete antiche; 28 strumenti di ricerca, inclusi quattro metal detector; 3 dispositivi informatici utilizzati per documentare le attività.
Gli esperti del Ministero della Cultura e della Soprintendenza hanno certificato l’importanza archeologica di gran parte dei reperti, con un’attenzione particolare alle monete, databili dall’inizio della circolazione monetaria nel Sannio fino ai primi anni del Novecento. Secondo il Codice dei Beni Culturali, tali reperti sono sottoposti a tutela e rappresentano un patrimonio collettivo.
L’operazione, durata circa un anno, ha consentito di recuperare beni che ora potranno essere restituiti alla collettività attraverso esposizioni museali. Questo successo mette in luce il lavoro capillare delle forze dell’ordine nella salvaguardia del patrimonio culturale italiano.