14 Dicembre 2024 - 12:04:30

di Martina Colabianchi

Dare continuità all’approvvigionamento idropotabile durante l’esecuzione di messa in sicurezza del Sistema Idrico del Gran Sasso.

Con questo obiettivo è stata firmata nei giorni scorsi una convenzione tra il Commissario Straordinario per la Sicurezza del Sistema Idrico del Gran Sasso e il gestore del Servizio Idrico Integrato, Gran Sasso Acqua S.p.A., per lo svolgimento di attività di progettazione e di stazione appaltante per la realizzazione delle opere di captazione e di derivazione di acqua ad uso umano dall’invaso di Campotosto con interconnessione all’acquedotto del Chiarino previa potabilizzazione, lato aquilano.

L’importo complessivo dell’intervento è quantificato in 19.000.000,00 euro.

Gli interventi complementari esterni alle gallerie autostradali erano stati previsti nel Quadro Esigenziale, l’atto di indirizzo e di percorso programmatico del Commissario Straordinario.

I potabilizzatori rappresentano uno strumento indispensabile per poter eseguire degli interventi di messa in sicurezza dell’acquifero all’interno delle gallerie“, dice il Commissario Straordinario Pierluigi Caputi, “infatti senza questi non ci sarebbe la possibilità, durante il corso di quei lavori, di garantire il mantenimento della attuale quantità di dotazione idropotabile. Grazie ai potabilizzatori esterni non ci sarà né sospensione né riduzione di un servizio essenziale quale quello acquedottistico“.

Esprimo viva soddisfazione per il fattivo spirito collaborativo e per l’interesse espresso dall’Ente gestore del servizio idrico di supportare le attività della struttura commissariale impegnandosi ad assumere le funzioni di Stazione Appaltante per gli interventi, e quindi a curare le fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione dei lavori“.

Al termine delle opere in galleria” conclude Caputi, “il potabilizzatore di nuova concezione, rimarrà in dotazione fissa al gestore del servizio idrico che potrà disporne per ogni futura emergenza“.

Questo intervento rappresenta un passo cruciale nella gestione integrata del ciclo idrico“, commenta il Presidente di Gran Sasso Acqua Ivo Pagliari, “si tratta di un’azione senza precedenti per il territorio aquilano, pensata non solo per garantire l’erogazione idrica e prevenire eventuali emergenze legate agli interventi di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, ma anche per rafforzare l’intero sistema di gestione delle risorse idriche. L’infrastruttura, infatti, andrà ad integrare le tipologie di approvvigionamento già esistenti, sorgenti e pozzi, costituendo una nuova e fondamentale risorsa idrica per il nostro territorio. È importante sottolineare l’ottima sinergia tra la struttura commissariale e Gran Sasso Acqua S.p.A., che renderà possibile la realizzazione di un intervento strategico, per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici che già quest’anno hanno evidenziato una consistente diminuzione delle portate delle fonti di approvvigionamento gestite dalla GSA“.

Ing. Giorgio Morelli: “Realizzazione dei potabilizzatori è strategica, ma informare cittadini”

In una lunga lettera aperta, la seconda da quando è esplosa la questione dei lavori di messa in sicurezza del bacino idrico del Gran Sasso, l’Ingegnere Giorgio Morelli è tornato sulla pianificazione dei lavori che necessitano, a suo pensare, di un unico Commissario e un unico progetto definito dopo il confronto pubblico che è avvenuto anche nel corso del workshop svoltosi in Consiglio regionale ad inizio novembre.

Nella lettera, che alleghiamo nella sua completezza, Morelli fa alcune proposte di metodo per la prosecuzione dei lavori. Tra queste, in cui figura anche una diversa gestione del traffico nel traforo che non preveda il contestatissimo senso unico alternato, c’è un parere positivo nei confronti dei potabilizzatori che, si legge, “sarebbe strategica in quanto ci potrebbero essere delle contaminazioni per la cui soluzione occorra un tempo superiore a quello che comporti il totale consumo della capacità di riserva e dunque comunque sarebbe necessario prevedere fonti alternative di erogazione“. Questo, pur sottolineando che una maggiore sicurezza si avrebbe “solo da una, garantita e monitorata, separazione fisica tra la falda contenente la preziosa ed ottima acqua da bere e le aree, tunnel autostradali e sale dei laboratori, origine eventuale di contaminazioni“.

Importantissimo, secondo Morelli, è però informare i cittadini sulle conseguenze dei potabilizzatori. “Essi una volta costruiti non possono stare fermi, quindi considerando che l’acqua potabile derivante dai trattamenti non può eguagliare in qualità quella dell’acquifero, l’immissione di questa nel sistema inevitabilmente diminuisce la qualità globale dell’acqua“.

Di seguito la lettera completa.

Parlo nuovamente dei lavori commissariali previsti sotto il Gran Sasso, dopo che le precedenti interlocuzioni, avvenute insieme ad altri professionisti sulla stampa, durante il workshop presso il Consiglio Regionale e in incontri pubblici, hanno contribuito a cambiare la narrazione sui passi da compiere. Questo è avvenuto grazie a una nuova apertura al confronto da parte del Commissario, Ing. Caputi, senza tuttavia nessuna modifica sostanzanziale degli atti già sottoscritti.

Il Commissario ha dichiarato di voler analizzare e sottoporre diverse ipotesi progettuali ai soggetti previsti dalla normativa. Tuttavia, non sembra che gli atti già sottoscritti siano stati adeguati alle dichiarazioni rese, nonostante l’adesione, da parte del Commissario, ad una procedura coerente con il nuovo Codice degli Appalti (Quadro Esigenziale, Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali, Dibattito Pubblico obbligatorio, Documento d’Indirizzo Progettuale, Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica).

Il Commissario, in varie occasioni, ribadisce l’inesistenza di un’idea progettuale predefinita e che ogni ipotesi contraria è infondata. Non metto in dubbio tale volontà, ma analizzo i seguenti atti già compiuti:


DECRETO N. 34 del 28 marzo 2024: Approvazione del documento “Quadro Esigenziale per la progettazione degli interventi per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso”.
Il Quadro Esigenziale descrive le necessità principali e le modalità operative per garantire la sicurezza del sistema idrico, includendo l’ipotesi di captazioni alternative.



DECRETO N. 58 del 15 maggio 2024: Approvazione in linea tecnica del nuovo Quadro Economico programmatico di progetto.
Viene delineato un quadro economico aggiornato che rafforza l’obiettivo del progetto tecnico-economico, tenendo conto delle nuove esigenze che emergeranno dall’analisi idrogeologica.



DECRETO N. 60 del 17 maggio 2024: Approvazione dello schema di convenzione e dell’offerta tecnico-economica con la Soc. Italferr.
L’offerta tecnico-economica, pur prevedendo, blandamente invero, la necessità d’ipotesi alternative, si concentra in modo particolareggiato sulla realizzazione di un nuovo sistema di drenaggio, ulteriore e diverso dall’attuale, avvalorato da studi specifici sul comportamento idrico-geologico.



In questi atti, poche righe richiedono tre ipotesi progettuali alternative, mentre numerose pagine descrivono il nuovo Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PTFE), definito “PLUS”. Tale progetto è basato su risultati delle prospezioni geognostiche e prevede nuovi drenaggi giustificati da un modello concettuale di circolazione idrica sotterranea. L’offerta della Società Italferr sottolinea: “Per poter sviluppare il PTFE dell’intervento di Messa in Sicurezza Idraulica occorre dapprima investigare il sistema geologico-idrogeologico dell’ammasso; questo al fine della definizione di una  soluzione progettuale di captazione che non determini effetti negativi sulla dotazione idropotabile e   sulle qualità della risorsa. Per tale motivo si propone di avviare, da subito, una fase di studi geologici idrogeologici correlata dall’esecuzione di un campo prova che dia evidenza dell’efficacia della soluzione di progetto’

Segue una fase propedeutica che prevede:

Studi geologici-idrogeologici di prima fase con l’obiettivo di individuare una tratta di galleria rappresentativa, dove poter eseguire un campo prova utile alla messa a punto di un sistema di drenaggio e trasporto delle acque drenate.


La realizzazione di un modello geologico-idrogeologico dell’ammasso, con il supporto di un esperto accademico nel settore, che contribuirà alla definizione del modello concettuale dell’idrostruttura carbonatica del Gran Sasso.


Da questi estratti emerge una direzione progettuale già fortemente orientata verso nuovi drenaggi, che a mio avviso non risolverebbero la vulnerabilità del sistema idrico e causerebbero ulteriori danni irreversibili.
È anche, oggettivamente, velleitario ipotizzare che 15 sondaggi sotterranei in un’area ristretta possano restituire un modello idrogeologico dell’idrostuttura carbonatica del Gran Sasso, peraltro con sondaggi di lunghezza media di 50m.

Da qui la richiesta al Commissario di allineare gli atti e i contratti alle dichiarazioni rese, coerentemente con il Codice degli Appalti e il necessario confronto con i portatori d’interesse previsti.

Proposte per un approccio integrato

Il momento della scelta progettuale deve essere strategico e non soffrire di un percorso già indirizzato. Nella recente intervista, rilasciata al Quotidiano “il Centro”, il Commissario ha annunciato:


La realizzazione di tre potabilizzatori (Assergi, Campotosto, Casale S. Nicola).


La probabile unificazione delle due figure commissariali (sicurezza autostradale e idrica).


L’emissione di un bando per raccogliere proposte progettuali dal mondo tecnico-scientifico.


Ecco, senza volersi domandare come si possano fare ipotesi di lavoro, definite con il giusto livello di approfondimento e di elaborati da poter eventualmente confrontare con quelli della Società incaricata, è opportuno però cogliere l’occasione per fare una proposta quantomeno di metodo:

Separazione fisica e monitoraggio: ho già evidenziato l’inutilità della ricerca di acqua alternativa in quanto nessuna zona dell’acquifero è al sicuro da un potenziale inquinamento, pertanto una definitiva sicurezza si avrebbe solo da una, garantita e monitorata, separazione fisica tra la falda contenente la preziosa ed ottima acqua da bere e le aree, tunnel autostradali e sale dei laboratori, origine eventuale di contaminazioni; in alternativa, tenendo conto dei tempi necessari e dei costi relativi per una tale soluzione ho proposto un sistema di allarme preventivo potenziato al massimo in entrambi i versanti aquilano e teramano per mettere a scarico tempestivamente l’acqua non accettata dai controlli. Nella mia proposta alternativa, del sistema di monitoraggio potenziato, la realizzazione dei potabilizzatori sarebbe strategica in quanto ci potrebbero essere delle contaminazioni per la cui soluzione occorra un tempo superiore a quello che comporti il totale consumo della capacità di riserva e dunque comunque sarebbe necessario prevedere fonti alternative di erogazione. Queste proposte sono alternative ma congruenti: il monitoraggio potrebbe essere utile pure durante i lavori di separazione. Dei potabilizzatori già si è detto, ma per quanto concerne la fisica separazione con la falda, in occasione del Workshop del 6 novembre in Consiglio Regionale, l’Arch. Sorgi, RUP del Commissario Corsini, ha illustrato come la messa a norma del Tunnel debba prevedere un’impermeabilizzazione necessaria a contenere all’interno della galleria qualsiasi sostanza che per incidente o per altra qualsiasi causa dovesse sversarsi nel tunnel. Così, evidentemente, gran parte della separazione già è obbligatoria ed i lavori previsti e finanziati.

Unificazione della governance. Propongo, come ormai è voce comune, la nomina di un unico Commissario che integri i lavori per la sicurezza autostradale e idrica. Questo soggetto dovrebbe sviluppare un unico quadro esigenziale e un unico documento di alternative progettuali, razionalizzando risorse economiche e interventi.

Interrompere in autotutela i contratti già stipulati per procedere alla definizione di proposte alternative da sottoporre al dibattito pubblico e che mettano insieme tutte le esigenze per la gestione in sicurezza del sistema.

Informare il pubblico sulle conseguenze dei potabilizzatori, essi una volta costruiti non possono stare fermi, quindi considerando che l’acqua potabile derivante dai trattamenti non può eguagliare in qualità quella dell’acquifero, l’immissione di questa nel sistema inevitabilmente diminuisce la qualità globale dell’acqua.

Gestione del traffico: nel progetto siano previsti tutti i lavori necessari a consentire a norma la continuità del traffico utilizzando il doppio senso di marcia nel tunnel prevedendo i lavori nelle due canne in tempi successivi. Il sistema del semaforo si è dimostrato non essere accettato dall’opinione pubblica e l’inevitabile dissenso impedirebbe sia i lavori stessi sia il confronto continuo tra la società civile e la struttura commissariale, necessario per la gestione futura.   

Un unico Commissario e un unico progetto definito dopo il confronto pubblico rappresentano la via maestra per una gestione sostenibile e condivisa.