16 Dicembre 2024 - 12:07:20

di Martina Colabianchi

L’andamento del processo di ricostruzione nel cratere 2016 rischia di rallentare drasticamente, andando a vanificare anche l’accelerazione registrata negli ultimi mesi, che ha prodotto ripercussioni positive, in termini di economia e occupazione, nell’intero Abruzzo”.

A dirlo è il presidente dell’Ance Abruzzo, Enrico Ricci, che lancia l’allarme dovuto alla fine del Superbonus 110% e alle sue possibili ricadute sui tempi della ricostruzione.

Senza un intervento normativo che modifichi il cosiddetto decreto Taglia crediti”, spiega Ricci, “e in assenza di un adeguamento dei costi parametrici, a partire dal 1° gennaio 2025, tutti i progetti depositati nel nuovo anno non potranno più beneficiare del Superbonus 110%. Chiediamo che sia emanato un provvedimento normativo che, perlomeno, assicuri a chi ha depositato i progetti per i cantieri della ricostruzione post sisma entro fine 2024 di poter continuare ad utilizzare gli incentivi fiscali con gli strumenti della cessione del credito o dello sconto in fattura oltre il 2025, anno di scadenza attuale del Superbonus, e fino al termine contrattuale previsto per la fine dei lavori nei cantieri”.

Le preoccupazioni dell’Ance Abruzzo, che ha richiesto un incontro con il presidente della Regione, Marco Marsilio, in qualità di vice commissario alla ricostruzione, scaturiscono “dal fatto che non si hanno notizie sui provvedimenti normativi necessari per assicurare, ai progetti depositati entro il 31 dicembre 2024, di continuare a beneficiare nemmeno degli incentivi fiscali previsti nell’ambito del plafond già stanziato, con una dotazione residua di circa 60 milioni di euro”.

Questo aspetto risulta incomprensibile, anche alla luce della scadenza normativa del 31 dicembre 2025, della cumulabilità delle risorse tra contributo parametrico e accollo in Superbonus”, evidenzia Ricci. “Valutiamo positivamente l’operato del Commissario alla ricostruzione Centro -Italia, Guido Castelli, ma lo stato di incertezza sta prendendo il sopravvento, con ricadute sotto il profilo contrattuale delle imprese e dei committenti, per i lavori in corso, oltre che sull’attività di programmazione delle imprese per i nuovi cantieri della ricostruzione. A queste condizioni critiche si aggiunge il fatto che abbiamo registrato un orientamento restrittivo rispetto alla documentata e analitica richiesta di adeguamento del contributo parametrico” predisposta dalla Commissione dell’Ance coordinata dall’ ing. Carlo Resparambia che dimostra l’esistenza di un divario significativo tra contributo parametrico attuale e costi effettivi degli interventi. Il rischio paventato dall’Ance Abruzzo è che la ricostruzione post sisma 2016 possa subìre uno stop“.

Preso atto della fine della stagione del Superbonus”, evidenzia Ricci, “proponiamo un intervento normativo che possa consentire un adeguato aumento del contributo delle schede parametriche, in modo da neutralizzare gli accolli a carico dei committenti, che disincentiverebbero la ricostruzione“.

L’Ance ha sollecitato, su questi temi, incontri ufficiali “per avere notizie sulla situazione e contribuire fattivamente all’individuazione delle possibili soluzioni. Non nascondiamo la nostra grande preoccupazione per tali orientamenti”, prosegue il presidente Ricci, “che, se confermati, avrebbero conseguenze devastanti per il tessuto sociale ed economico dei territori già gravemente colpiti e resi estremamente fragili, con una conseguente perdita di interesse da parte delle imprese serie e affidabili ad intervenire nella ricostruzione nell’area sisma”.

Stiamo monitorando attentamente l’evolversi della situazione”, conclude Ricci d’intesa con le associazioni di Marche ,Umbria e Lazio, nell’ambito del coordinamento ANCE per il Sisma 2016 guidato dall’ing. Carlo Resparambia.