“Alla scoperta dei Giganti Verdi”: cosa abbiamo imparato e prossime azioni a difesa degli alberi

16 Dicembre 2024 - 12:48:09

Domenica 17 novembre 2024 l’associazione FIAB L’Aquila Più Bici in Città
APS – ETS ha organizzato,
insieme all’Associazione Pro Natura dell’Aquila i cui soci hanno
partecipato a piedi, un tour in
bicicletta alla scoperta dei Giganti Verdi, ovvero di alcuni Alberi
Monumentali nei territori di Pizzoli
e Barete. Il gruppo, di circa trenta persone, ha raggiunto le due
bellissime roverelle (Quercus
pubescens) attraversando zone e strade poco frequentate, pedalando così
piuttosto in sicurezza.
Il dottore forestale Carlo Console ci ha spiegato che siamo arrivati ad
avere circa 400 alberi
monumentali censiti dopo diverse iniziative iniziate dal 1960
dall’allora Sovrintendenza ai
Monumenti fino ad arrivare alla promulgazione della prima legge di
conservazione di queste
straordinarie piante avvenuta il 14/01/2013 (legge n. 10). La
documentazione relativa alla normativa
con l’elenco di tutti gli Alberi Monumentali si può consultare sul sito
del Ministero dell’Agricoltura,
della Sovranità Alimentare e delle Foreste a questo link
(www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11268).
Per la
normativa un Albero Monumentale non è tale solo per il legame con la
cultura del luogo o per le
dimensioni, ma anche per l’età, per la rarità botanica, per il valore
paesaggistico e per connubio con
l’architettura. In molte ville rinascimentali infatti, alcuni alberi
sono considerati parte integrante del
monumento, aumentandone il valore storico.
A concludere la cicloescursione, un viaggio nel tempo al Mulino
Riolitto, dove si è consumato un
buffet della casa con prodotti locali. La gita è stata da stimolo per
iniziare un’azione concreta di
conservazione riguardo la quercia di circa 800 anni detta “La Cacatora”
in località Basanello di
Barete, di cui vi invitiamo a leggere in fondo all’approfondimento che
segue.
Cosa ci ha detto Carlo Console circa la quercia di Zi’ Gaetanella a
Pizzoli
La quercia di “Zi’ Gaetanella” non è una pianta entrata nei primi
elenchi, perché appunto non ha un
legame stretto con la storia del paese, ma è semplicemente una delle
tante utilizzate per delimitare
i campi coltivati. Si tratta di una roverella (_Quercus pubescens_) che
ha caratteristiche particolari tanto da far supporre a un ibrido con il
cerro, soprattutto per la forma delle foglie e per la quasi
totale assenza della caratteristica peluria (da cui l’aggettivo
“pubescens”) presente nella parte
inferiore delle foglie di questa specie. La maggiore particolarità della
pianta è però che non ha mai
subito potature nell’arco dei suoi oltre 200 anni di vita ed è per
questo che rappresenta l’espressione
pura di un individuo che cresce liberamente. Inoltre, essendo isolata e
non in bosco, essa ha potuto
allargare la sua chioma a dimensioni considerevoli e inusuali, con
un’altezza di circa 26 metri e una
chioma di circa 30 m. E’ infatti possibile apprezzare meglio l’albero in
tutta la sua bellezza
soprattutto a una certa distanza. La pianta è in ottima salute,
probabilmente anche perché si trova
in un campo coltivato attivo, quindi con concime a disposizione. L’unico
intervento di manutenzione
che potrebbe essere pianificato potrebbe essere la rimozione di alcuni
rami secchi secondari,
provocati da attacchi parassitari negli anni. Inoltre, sarà opportuno
apporre una targa descrittiva
sulla strada pubblica adiacente, in modo da identificare e illustrare la
presenza di questo Albero
Monumentale.
Un altro aspetto interessante e poco conosciuto che la quercia di “Zi’
Gaetanella” permette di
portare alla luce è quello relativo al dissesto idrogeologico indotto
dal disboscamento incontrollato.
Si ritiene, infatti, che il tronco della pianta sia immerso per una
parte, valutabile in almeno un metro,
sotto i detriti scesi a valle nel corso dell’’800 a seguito di alluvioni
e smottamenti che hanno
interessato l’area, in particolare i due rilievi subito a Nord del sito.
Agli inizi del ‘900, tali rilievi sono
stati oggetto di rimboschimento per ripristinare il bosco laddove
c’erano stati forti disboscamenti
nel corso dei secoli, per far spazio alla pastorizia. Il rimboschimento
è avvenuto per volontà del
Senatore Niccolò Persichetti, che finanziò anche una buona parte degli
interventi, e con il sostegno
del Regno d’Italia. Anche la montagna di S. Giuliano all’Aquila è stata
rimboschita su iniziativa di
Persichetti. Purtroppo nel tempo è mancata la fase successiva
all’iniziale impianto delle pinete,
soprattutto a causa delle due guerre mondiali, perché già inizialmente
erano state predisposte
piantine di latifoglie (querce, castagni, ecc.) che gradualmente
avrebbero dovuto sostituire i pini a
più rapida crescita. Già grazie a questo lungimirante intervento,
tuttavia, le aree di Pizzoli e Barete
non sono oggi più oggetto di significativi eventi alluvionali come era
solito accadere in passato.
Cosa ci ha detto Carlo Console circa la quercia La Cacatora di Basanello
di Barete
“La Cacatora” è forse il prototipo della quercia delle favole.
Accreditata di almeno 800 anni di età,
presenta una cavità interna al tronco che è accessibile da una sorta di
porticina naturale, da cui ci si
potrebbe aspettare che spuntino degli gnomi o altri esseri fantastici.
Il nome è dovuto al fatto che
essa ha la particolarità di rilasciare ghiande durante tutto l’arco
dell’anno, a differenza delle altre
querce che invece lo fanno solo in periodi limitati dell’anno.
Anticamente veniva probabilmente
usata anche come piccolo rifugio, all’interno del quale veniva anche
acceso il fuoco. La quercia ha
subito più potature importanti durante la sua vita, compreso anche
almeno un capitozzamento, che
ne ha modificato la forma che naturalmente si sarebbe sviluppata.
Nonostante ciò, conserva un
fascino innegabile.
Anni fa, il Corpo Forestale dello Stato tentò di trovare un accordo col
proprietario per acquisire il
terreno su cui sorge l’antica quercia, anche perché lo stesso era
intenzionato a tagliarla. Il tentativo
non andò a buon fine, anche se per fortuna la quercia non è stata poi
abbattuta. E’ stato tuttavia
effettuato un intervento di conservazione da parte di un privato
cittadino d’accordo col proprietario,
che consiste in una tettoia di plastica che evita alla pioggia di cadere
nel tronco cavo dell’albero, più
alcuni tiranti. Nonostante le buone intenzioni, questo intervento non
solo non appare essere stato
affatto necessario, ma potrebbe anche aver causato danni alla pianta,
agevolando i disseccamenti
ora presenti in una delle ramificazioni principali.
Visita al Mulino Riolitto
Al termine della gita abbiamo visitato il Mulino Riolitto di Franco
Cavalli che è uno degli ultimi
custodi di un mondo scomparso dove gli uomini si guardavano negli occhi
per confermare una
parola. Sotto l’ombra del maestoso noce che domina Riolitto il vecchio
mugnaio con figli e nipoti
continua a scrivere la storia di quella parte dell’Alta Valle
dell’Aterno.
Quel mulino, che usa ancora l’acqua per muovere la macina, era presente
già nel Regio Catasto
Borbonico del 1730 e vincolato dalla Soprintendenza nel 2008 per il suo
alto valore storico,
architettonico e culturale. Simone, Angeluccio e Armando, gli avi della
famiglia Cavalli, sono stati i
mastri mugnai dei quali Franco ci ha raccontato mentre facevamo merenda
sotto l’albero di noce.
Il posto molto suggestivo e l’accoglienza di Simona, figlia di Franco, e
di Paola, giovanissima mugnaia
nipote di Franco, hanno reso quanto mai piacevole ed interessante la
visita.
Siamo risaliti in sella alla volta dell’Aquila pedalando in una stradina
interpoderale che fiancheggia
la Strada Statale 260 Picente percorsa da automobilisti spesso ad
elevata, e per questo
pericolosissima, velocità.
Cosa faremo a seguito della cicloescursione ai Giganti Verdi?
Gli organizzatori dell’escursione ai Giganti Verdi hanno preso contatto
con la nuova proprietaria del
terreno in cui vive La Cacatora di Basanello di Barete affinché si possa
rimuovere al più presto la
tettoia posta inopinatamente sul tronco dell’albero. La proprietaria,
per fortuna molto sensibile ai
temi ambientali, ha promesso totale collaborazione per fare tutto il
possibile per la tutela della
maestosa Cacatora.
FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, formata da soci che si
definiscono
cicloambientalisti, ha particolarmente a cuore la vita delle piante
anche in ambito urbano. Gli alberi
in particolare sono ormai “sotto attacco” per la frequenza degli
abbattimenti finalizzati ad un
presunto miglioramento della città, della viabilità e della sicurezza
delle strade.
Nella Regione Abruzzo molti sono gli esempi di questo “attacco”: la
Piana delle Cinque Miglia è il più
sconvolgente taglio di alberi che abbiamo visto, proprio quegli alberi
messi lì con il fine di delimitare
la strada.
CODACONS, FIAB, WWF e ALTURA hanno impedito, in appoggio alla Regione
Abruzzo, un
inaccettabile, disastroso e irreparabile danno ambientale da parte
dell’ANAS che avrebbe voluto
abbattere 560 (cinquecentosessanta!) alberi anche di notevoli dimensioni
e portamento, posti lungo
le SS 584 “Lucoli”, SS 690 “Avezzano-Sora” e SS 83 “Marsicana”, nello
storico Parco Nazionale
d’Abruzzo.
A L’Aquila, sempre su iniziativa dell’ANAS, sulla SS 80 nei pressi di
San Vittorino, sono stati abbattuti
moltissimi alberi. Sulla piana di Navelli, anche grazie ai sindaci dei
comuni che insistono su quel
territorio, è stata impedita l’ennesima strage di alberi. In ambito
urbano l’esistenza degli alberi è
fondamentale per la salute delle persone e del nostro pianeta, come
ormai noto a tutti fuorché a
coloro che negano l’esistenza delle catastrofi causate dai cambiamenti
climatici.
Continueremo a lavorare affinché aumenti la consapevolezza che difendere
un albero significa
difendere noi stessi.