18 Dicembre 2024 - 12:33:56

di Martina Colabianchi

Come già duramente denunciato dal consigliere regionale Pd Pierpaolo Pietrucci, anche la Cgil della Provincia dell’Aquila si schiera contro gli avvisi di pagamento per prenotazioni non annullate che la Asl 1 sta facendo recapitare a molti cittadini in questi giorni. Avvisi che, molto spesso, fanno riferimento anche a periodi risalenti a molto lontano nel tempo.

Il sindacato ha quindi deciso di andare a fondo sulla questione, richiedendo con urgenza una riunione della Commissione di Vigilanza sul tema e che preveda l’audizione dell’assessore alla Salute Nicoletta Verì, del direttore generale della Asl 1 Ferdinando Romano e del direttore amministrativo Stefano Di Rocco.

Le criticità, scrive il segretario Cgil L’Aquila Francesco Marrelli, sono molte. “In primo luogo, – spiega – va detto che, per prassi aziendale, la disdetta delle suddette prestazioni sanitarie avveniva per il tramite di una semplice telefonata al CUP che, di rimando, non inviava alcuna conferma scritta dell’avvenuta disdetta, né a mezzo mail, né per raccomandata a/r, né via sms o messaggi whatsapp, o, addirittura, fino ad un anno fa, recandosi personalmente presso il CUP e comunicando verbalmente la disdetta della prestazioni sanitaria, disdetta a fronte della quale, si precisa, il CUP non rilasciava alcuna ricevuta. Ne consegue che, oggi, i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila, proprio in forza della predetta prassi aziendale, e, quindi, per una condotta colposa della ASL1, non hanno alcun modo per comprovare l’avvenuta disdetta e, pertanto, di non avere l’obbligo di effettuare il pagamento richiesto“.

In secondo luogo, considerato che, in molti casi, tali avvisi di pagamento fanno riferimento a periodi risalenti nel tempo, dovrebbe considerarsi già intervenuta la prescrizione (tema, quest’ultimo, oggetto di approfondimento da parte dei nostri uffici legali). Ad ogni modo, va detto che la ASL1 esige, oggi, il pagamento dei ticket ospedalieri per prestazioni sanitarie, in effetti, mai effettuate, essendo state disdette, dette prestazioni, proprio in forza della richiamata prassi aziendale, dai cittadine e dalle cittadine della Provincia dell’Aquila, con una semplice telefonata o comunicazione verbale“.

In via ulteriore, – prosegue Marrelli – bisogna considerare la questione in argomento sotto il profilo dell’allarme sociale. Ed infatti, i cittadini e le cittadine dell’Aquila, spesso pensionati e pensionate che percepiscono importi di pensione mediamente pari, per gli uomini, a circa 1.010,00 euro e, per le donne, a circa 600,00 euro, si trovano, ad oggi, costretti ad effettuare i pagamenti richiesti con grande sacrificio“.

Invero, la Asl 1, come anticipato, sebbene avesse adottato, in passato, una prassi aziendale che non prevedeva alcuna comunicazione o ricevuta scritta dell’avvenuta disdetta della prestazione sanitaria, richiede, ad oggi, a distanza di anni, i pagamenti per le mancate disdette di prestazioni sanitarie mai eseguite ai cittadini e alle cittadine, spesso pensionati e pensionate, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese“.

Tale circostanza determina un’incertezza del diritto della Asl 1 a pretendere i pagamenti di cui trattasi e, per l’effetto, un vulnus per i cittadini e per le cittadine della Provincia dell’Aquila. Inoltre, va detto che la ASL1 chiede proprio oggi, e cioè nel periodo di fine anno e a chiusura del bilancio in corso, ai cittadini e alle cittadine di ripianare i debiti prodotti dalla stessa azienda, debiti che, peraltro, si ripercuotono, con un malfunzionamento dei servizi sanitari, proprio sui medesimi cittadini e cittadine della nostra Provincia“.

E ciò vale a maggior ragione se si considera che la Asl 1 è l’azienda, nella Regione Abruzzo, con il maggior debito, che, a quanto pare, è onere dei cittadini e delle cittadine della Provincia dell’Aquila ripianare, prima, a mezzo del piano di razionalizzazione della spesa (che rischia di comprimere livelli occupazionali e servizi), e, oggi, con gli avvisi di pagamento per la asserita mancata disdetta di prestazioni sanitarie mai effettivamente eseguite. Invero, come già evidenziato, ricordiamo che la Asl 1 aveva adottato una prassi aziendale che prevedeva la disdetta, da parte dei cittadini e delle cittadine, con una semplice telefonata o con mera comunicazione verbale, senza mai determinare una procedura che implicasse, da parte della ASL1, una conferma scritta dell’avvenuta disdetta, né, quindi, alcuna formalità in merito“.

Quindi, la condotta e le scelte della Asl 1 sul punto non possono ripercuotersi sulle tasche dei cittadini e delle cittadine che non hanno, peraltro, fruito di alcuna prestazione sanitaria né hanno in capo alcuna responsabilità per l’incertezza determinata sul punto dalla ASL1 stessa. Perciò, riteniamo necessario revocare, o, in subordine, sospendere gli avvisi di pagamento, in attesa di chiarimenti sulla questione“.

Posto quanto sopra, e considerato l’interesse diffuso della materia, chiediamo, inoltre, con estrema urgenza, un’audizione presso la Commissione Vigilanza, alla presenza della Asl 1, al fine di ottenere tutte le informazioni sulle attuali circostanze di fatto e, per l’effetto, di salvaguardare i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila“, conclude il segretario Cgil Francesco Marrelli.