19 Dicembre 2024 - 17:12:17

di Martina Colabianchi

Biondi non ci stupisce più; ormai, abbiamo capito che è un mestierante della propaganda politica. Ogni giorno, la sua squadra di comunicatori lautamente pagata dalle aquilane e dagli aquilani racconta delle magnifiche sorti e progressive della città, disegnando una realtà assai diversa dalla quotidianità che vivono cittadine e cittadini. A volte, però, la verità squarcia il velo della propaganda e, allora, il sindaco risponde in maniera violenta, sguaiata, parlando alla pancia dell’elettorato: chi pone delle critiche è un gufo, non vuole bene alla città, gode delle difficoltà del territorio“.

Inizia così la durissima replica di Nello Avellani, segretario del Partito Democratico aquilano, alle parole del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, a sua volta molto duro nel replicare ai dem in merito ai dati sulla qualità della vita nelle città italiane diffusi dal Sole 24 Ore qualche giorno fa. Questi, come vi abbiamo raccontato in questi giorni, hanno aperto ad interpretazioni molto divergenti, con il Pd che li definisce “sconcertanti” (L’Aquila è pur sempre scesa, dati alla mano, al 67esimo posto perdendo ben 13 posizioni), mentre il primo cittadino ha preferito concentrarsi sugli ambiti in cui il capoluogo si è distinto tutto sommato positivamente, tacciando i dem di “gioire” quando le cose sembrano andare male per la città.

È proprio questo il commento che ad Avellani non è andato giù, dato che Biondi avrebbe addirittura fatto riferimento “ad una presunta chat interna del Pd dove si sarebbe festeggiato per la mancata assegnazione del riconoscimento di Capitale italiana della cultura nel gennaio 2021“, spiega il segretario.

Detto che, finalmente, – prosegue Avellani – anche il sindaco dell’Aquila si è accorto che ci sono delle difficoltà, delle criticità da affrontare, e sarebbe utile che tornasse a svolgere la funzione assegnatagli dalle cittadine e dai cittadini considerate le sue continue assenze nelle Giunte e nei Consigli comunali, impegnato com’è a tentare di scalare le gerarchie nazionali del suo partito per un posto al sole in Parlamento, fino ad oggi vanamente inseguito, questo stile ‘meloniano’ dell’attacco diffamatorio agli avversari politici non ci intimorisce affatto“.

Non accettiamo lezioni da chi, a proposito di momenti di difficoltà, non si è fatto scrupoli a fare campagna elettorale persino nei cimiteri, facendosi riprendere davanti alle bare dei defunti – incalza il segretario dem -. Non accettiamo lezioni da chi, pur di strappare un voto in più nell’ormai lontano 2017, promise cinicamente alle famiglie scuole sicure e funzionali per le bambine e i bambini in pochi mesi: sono passati 8 anni, non si è fatto niente di quanto promesso. Non accettiamo lezioni da chi, pur di cancellare l’immane sforzo di ricostruzione dell’amministrazione comunale di centrosinistra che, davvero, dovette affrontare momenti di difficoltà straordinaria all’indomani del sisma, ha cestinato tutti i progetti ereditati pur di non riconoscere i meriti di chi l’aveva preceduto. Non accettiamo lezioni da una destra che è stata capace persino di farsi scudo delle cittadine e dei cittadini, invitandoli a non pagare le utenze delle abitazioni Case e Map pur di ottenere qualche preferenza a danno delle casse del comune. Potremmo andare avanti“.

La nostra comunità si è battuta fin dal primo giorno per garantire la ricostruzione materiale e immateriale del territorio: noi siamo quelli che hanno portato le carriole in Parlamento per difendere i diritti delle aquilane e degli aquilani, che hanno preso le manganellate battendosi contro l’assurda richiesta di restituzione delle tasse all’indomani del sisma; siamo quelli che hanno occupato l’autostrada, che hanno restituito la fascia tricolore del sindaco al Presidente della Repubblica, che non hanno mai avuto paura di contestare duramente anche governi amici per il bene del territorio. Siamo quelli che si sono battuti per evitare che la città venisse spogliata di tutte le sue funzioni essenziali“.

Siamo quelli che hanno ottenuto i fondi per la ricostruzione che ancora oggi Biondi sta utilizzando, che hanno inventato il meccanismo del 4% delle risorse destinate allo sviluppo socioeconomico che Biondi sta sperperando. Siamo quelli che hanno scommesso sul GSSI, che hanno portato all’Aquila il MAXXI, che hanno immaginato la Scuola nazionale della Pubblica amministrazione. Siamo quelli che hanno evitato che gli aquilani dovessero restituire le tasse non versate in emergenza, che si sono battuti per i fondi del PNRR, con cui Biondi sta alimentando la sua macchina del consenso, quelli che hanno strappato un fondo complementare per i crateri 2009 e 2016, l’unica misura verticale, pensata per un territorio specifico, dentro il Piano nazionale di ripresa e resilienza“, continua Avellani.

Questo è il Pd, altro che “godere dei momenti di difficoltà”: Biondi si dovrebbe vergognare, e dovrebbe mostrare maggiore rispetto per chi, negli anni davvero difficili, ha saputo garantire risorse e misure straordinarie che gli consentono, oggi, di poter amministrare“.

Piuttosto, ci dica a cosa sono dovute le attuali difficoltà, com’è possibile che, con il monte di risorse disponibili come mai prima d’ora tra fondi per la ricostruzione, fondi Restart in parte da spendere e, per oltre 100 milioni, ancora da programmare, Pnrr, Fondo complementare e fondi europei, ci siano criticità così pesanti. Ci dica che fine hanno fatto le opere pubbliche già progettate e finanziate dalla passata amministrazione di centrosinistra, che risultati concreti hanno restituito i milioni e milioni di euro investiti dalla sua amministrazione in questi anni (quasi 40 milioni soltanto per la cultura…). Ci dica perché ha deciso di stravolgere il volto del centro storico, senza alcun confronto con le cittadine e i cittadini: sappia che saremo quelli che cancelleranno le sue brutture“.

Altro che immaginifiche chat interne del Pd – conclude Avellani -: Biondi dia risposte alle cittadine e ai cittadini. E magari, la smetta di fare il dirigente di Fratelli d’Italia e inizi, da sindaco del capoluogo, ad incalzare il suo governo che, ad oggi, non ha mosso un dito per la città dell’Aquila“.