27 Dicembre 2024 - 18:47:10

di Tommaso Cotellessa

Una pioggia di avvisi di pagamento per mancata disdetta di prestazioni sanitarie ha generato un’ondata di indignazione tra i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila, in particolare tra i pensionati. Gli avvisi, inviati per il tramite dell’Agenzia delle Entrate, riguardano importi variabili e fanno riferimento ad annualità risalenti nel tempo, dal 2015 al 2017.

Secondo il d.lgs. n. 124/1998, i cittadini che non annullano una prenotazione sanitaria entro le 72 ore precedenti la data della prestazione sono tenuti al pagamento del ticket. Tuttavia, la Delibera della Giunta Regionale n. 265/2019 stabilisce che le aziende sanitarie devono rendere il processo di disdetta semplice e agevole per l’utente.

Fino a poco tempo fa, però, la ASL1 consentiva di annullare le prenotazioni tramite una semplice telefonata al Centro Unico di Prenotazione (CUP) o comunicando verbalmente presso gli sportelli, senza rilasciare conferma scritta. Questo sistema, secondo molti cittadini, ha creato confusione e incertezza sull’effettiva registrazione delle disdette.


Gli avvisi di pagamento in questione riguardano sanzioni amministrative per mancata disdetta risalenti a molti anni fa. Tuttavia, la legge n. 689/1981 prevede che le sanzioni amministrative pecuniarie siano soggette a un termine di prescrizione di cinque anni dalla data della violazione. Inoltre, la Legge Regionale n. 47/1984 ribadisce che il diritto a riscuotere le somme dovute si prescrive anch’esso in cinque anni.

Alla luce di ciò, appare evidente che molti degli avvisi inviati dalla ASL1, tramite l’Agenzia delle Entrate, potrebbero essere prescritti e quindi illegittimi.


La situazione ha scatenato una forte protesta tra i residenti della Provincia dell’Aquila. Molti cittadini, confusi e incerti su come agire, hanno già pagato le somme richieste, mentre altri attendono chiarimenti.

La CGIL della Provincia dell’Aquila ha preso posizione sulla questione, definendo “intollerabile” questa situazione. Il sindacato chiede l’immediata revoca o sospensione degli avvisi di pagamento in attesa di chiarimenti. In una nota ufficiale, la CGIL ha dichiarato:

Non solo questi avvisi appaiono in aperto contrasto con le disposizioni vigenti, ma arrecano un vulnus alla cittadinanza, causando confusione e sacrifici economici. In mancanza di un immediato riscontro positivo, la CGIL ha conferito mandato ai propri legali per avviare un’azione giudiziale inibitoria e/o restitutoria, ove ne ricorrano le condizioni.


La CGIL e i cittadini coinvolti attendono una risposta chiara e tempestiva dalla ASL1. L’obiettivo è la tutela dei diritti della comunità, garantendo che eventuali sanzioni siano applicate in modo corretto e trasparente, senza violare i termini di prescrizione o generare ulteriori disagi.

La questione resta aperta e potrebbe presto approdare nelle aule di tribunale, con una mobilitazione che potrebbe coinvolgere un numero crescente di cittadini.