31 Dicembre 2024 - 10:17:02
di Redazione
“Siamo a condividere l’annosa problematica che investe il settore dei contact center. “Siamo in Abruzzo, dove il settore dei contact center occupa più di duemila persone, e puntualmente, a cadenza quasi ciclica, risultano esserci problemi occupazionali o normativi. Ad aprile di quest’anno l’associazione datoriale, Assocontact, di cui fa parte l’azienda Tecnocall srl che ha sede operativa a L’Aquila, Avezzano e Pescara e la 3G Spa, che ha sede a Sulmona, hanno dato formale disdetta del CCNL delle Telecomunicazioni”.
Lo scrivono in una nota le segreterie Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, la Rsa Tecnocall Srl e a Rsa 3G Spa.
“Il 4 dicembre la stessa associazione datoriale, il cui i Vice Presidenti sono il Dott. Davide Natali e il Dott. Francesco Ranalletta, ha stipulato un contratto di settore con la CISAL, sindacato che nel settore non è rappresentativo, al fine di fornire, come dichiarano dalle parti interessate, ‘una risposta concreta alle necessità di un comparto in continua evoluzione, valorizzando le peculiarità e garantendo, al contempo norme certe e adeguate’. Peccato che il contratto sottoscritto tra le parti, porti indietro il comparto del CRM/BPO, di anni”.
Ieri mattina alla presenza del Prefetto di L’Aquila c’è stato un primo incontro, richiesto dalle parti sindacali al fine di chiarire le posizioni: erano presenti oltre alle Segreterie SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, le rappresentanze sindacali aziendali di Tecnocall srl e di 3G Spa, l’Associazione Assocontact, nella figura del Presidente Dott. Borgherese, l’Azienda Tecnocall srl e l’Azienda 3G Spa, sede di Sulmona.
“Le posizioni tra la parte datoriale e quelle sindacali risultano essere agli antipodi, la presidenza di Assocontact ha dichiarato che il settore risulta essere in crisi a causa dei flussi altalenanti e delle gare ormai svolte al massimo ribasso e le aziende difficilmente riescono a sopperire attuando il corrente CNLL delle Telecomunicazioni, ecco la scelta di crearne uno apposito – prosegue la nota – Quindi da una sola parte può andare la scelta, quella di ledere i diritti dei lavoratori. Scelta che per noi, non può essere assolutamente accolta, quella che comporterebbe a regime una riduzione del 15% sul costo orario del lavoro, la riduzione delle ore di permesso di oltre il 50%, abbattimento graduale dell’integrazione economica sui primi tre giorni di malattia , passando da l’attuale integrazione al 100% ad un sistema di graduale riduzione prima al 50% e poi arrivare all’azzeramento totale, il periodo di comporto della malattia che risulta essersi abbassato a 120 giorni con la facoltà dell’azienda di procedere al recesso del contratto che potrà avvenire in qualsiasi momento. La maturazione delle ferie sarà proporzionata al numero di ore contrattuali settimanali e l’azienda potrà regolamentare al 50% delle ferie del lavoratore”.
“La clausola sociale nel contratto CISAL viene stravolta e snaturata, soprattutto non viene presa in considerazione la Legge 11/2016 art. 10, che riporta “il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data di trasferimento, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale”, aggiungono i sindacati.
“Questi sono solo una parte dei diritti che vengono lesi ai lavoratori, ci sarebbero pagine e pagine da scrivere, su quello che risulta essere il nuovo ccnl Cisal. L’Azienda Tecnocall srl, ha ribadito sia durante la riunione prefettizia che nelle plenarie che sta svolgendo in tutte le sedi, da ultima quella di L’Aquila nella giornata odierna, che attualmente pur avendo inviato regolare disdetta del CCNL delle TLC, che è in attesa di prendere una decisione sulla strada da seguire, in attesa del rinnovo contrattuale confederale che è in fase di ultimazione. Ad oggi la stessa Azienda ha però comunicato ai propri dipendenti i punti di forza del Contratto sottoscritto dalla CISAL, quindi probabilmente la strada risulta essere già tracciata. Cosa diversa, invece l’Azienda 3G Spa, ha ribadito fermamente la decisione di applicare sulle proprie sedi il contratto pirata stipulato il 4 dicembre”.
“Le lavoratrici e i lavoratori, si sentono profondamente delusi ed amareggiati, di questa decisione caduta dall’alto senza che gli stessi possano essere interpreti del loro futuro. Ci troviamo spiazzati e spiazzate dalla realtà che ci è stata descritta, che nulla avvolge il nostro lavoro quotidiano, svolto tutti i giorni con massima professionalità e dedizione”, conclude la nota.