02 Gennaio 2025 - 10:42:08

di Tommaso Cotellessa

Nella città dell’Aquila il 2025 si apre con un discreto ma deciso grido di pace. L’arte ancora una volta si fa veicolo dei sogni e delle utopie dell’essere umano, ma anche della sua idea di futuro e della possibilità di incidere sulla condizione presente nel mondo. Questa nobile funzione dell’arte è il veicolo che tre donne hanno voluto utilizzare per manifestare il loro sdegno per le atrocità belliche che sembrano esser divenute ormai una consuetudine a livello internazionale.

Mentre la furia della distruzione e la velocità di un mondo, che non riesce a fermarsi per tutelare coloro che restano sommersi da dinamiche scellerate e disumane, una flebile voce si leva.

Un’installazione è stata esposta questa mattina nella Chiesa di Santa Maria di Farfa a L’Aquila, il titolo è dal chiaro messaggio “No War”.  

Si tratta di un pannello monocromatica che, anche attraverso l’utilizzo della scala di grigi, vuole trasmettere all’osservatore la drammaticità della devastazione vissuta nei luoghi di guerra. A tenere la scena è un bambino che si strugge per la distruzione che lo circonda. Sembra di poter sentire il grido che traspare dai suoi occhi che guardano direttamente l’osservatore chiamandolo in causa. Dietro il bambino è però presente una figura nera, una sagoma senza volto, che sembra proteggere il bambino dall’onda di morte che appare come il suo destino. Questa ombra si scaglia in difesa del personaggio principale dell’istallazione. Questa sagoma senza volto rappresenta il desiderio fattivo e costruttivo di una pace duratura che contrasti ogni tipo di ideologia di guerra. Sullo sfondo un muro distrutto, che appare come una sorta di trincea, percorre e dà profondità all’intera opera, ma questo muro di cinta viene interrotto, infranto, da un piccolo razzo. Un missile che sulla sua sommità ha raffigurato un cuore rosa, unico elemento di colore. In questa piccola arma di amore è possibile vedere l’anelito che sospinge tutti quegli operatori di pace, desiderosi di porre fine a questa strage contro il prossimo.

L’autrice di questa opera è Sandra Tiberti, artista esperta nella realizzazione di presepi tradizionali. Al di sotto dell’opera, due consorelle della Tiberti hanno realizzato un presepe che sembra portare il messaggio del Natale in questo oscuro presente. Un messaggio universale che sembra contrapporsi alla furia bellicista, ed è così che la capanna con la mangiatoia e la natività sembra posizionarsi contemporaneamente a Gaza, a Kiev, in Russia, in Israele ed in ogni luogo di conflitto per portare un amore rivoluzionario.

Sarà possibile visitare l’istallazione fino al 10 gennaio nella chiesa di Santa Maria di Farfa dalle ore 16:00 alle 18:00.