Risoluzione e lettera Di Marco su ufficio di San Valentino: "Chiederò a Poste Italiane soluzioni alternative a tutela delle aree interne"

07 Gennaio 2025 - 16:14:18

“Non è pensabile chiudere un ufficio postale, senza predisporre
alternative e costringere migliaia di utenti a recarsi nei Comuni
vicini. Questo è accaduto agli sportelli delle Poste di San Valentino
dal 6 dicembre 2024, per via di una ristrutturazione peraltro
temporanea, stando alle notizie ufficiali, che dovrebbe concludersi
entro il mese di marzo. Per questo ho scritto al direttore generale
delle Poste Italiane, Divisione di Pescara e Provincia come consigliere
regionale e vicepresidente della Commissione Territorio per chiedere una
soluzione temporanea capace di alleviare i disagi, quale potrebbe essere
quella di adottare una stazione mobile, finché i lavori non saranno
definiti. Sto inoltre preparando una risoluzione per il Consiglio
regionale al fine di chiedere alla Regione di sollecitare Poste Italiane
ad adottare con le aree interne una politica che non crei disparità
rispetto altri luoghi meglio localizzati”, annuncia il consigliere
regionale Antonio Di Marco.

“I cittadini di San Valentino, paese montano dell’entroterra pescarese,
sono costretti a rivolgersi agli uffici postali del comune di Scafa, che
dista circa 6 km e sebbene la distanza non sia notevole, i disagi
restano, perché a spostarsi sono cittadini anziani e non sempre del
tutto autonomi negli spostamenti – sottolinea Di Marco – . Nella missiva
chiedo la praticabilità della soluzione di un ufficio mobile, com’è
avvenuto per Lettomanoppello o Popoli, o altre alternative che potevano
essere condivise anche con l’Amministrazione e per il bene dei
cittadini. L’essere Poste italiane un ente autonomo non statale,
certamente non pone obblighi, ma non esclude al contempo la possibilità
di definire alcuni interventi laddove necessario in sinergia con i
cittadini del territorio servito, cosa che, peraltro, è da sempre nella
mission di Poste. Decisioni anche se passeggere come questa, possono
pesare sulla vita e sul benessere di comunità dell’entroterra, che hanno
il diritto anche di non dover scontare i disagi evitabili che possono
derivare dalla condizione geografica in cui si trovano e che possono
essere evitati con una maggiore condivisione con le istituzioni del
territorio”.