09 Gennaio 2025 - 10:46:14
di Tommaso Cotellessa
Il ritorno delle scuole in centro storico è uno di quegli obiettivi spesso perseguiti da movimenti di cittadini, comitati e da esponenti politici. Si tratterebbe di un indotto non indifferente per l’economia del centro storico, nonché di un importante segno di rinascita della città che tornerebbe così ad ospitare il suo futuro e la formazione delle giovani generazioni in seno alla sua storia e al suo cuore pulsante.
Tuttavia la possibilità di realizzazione di questa prospettiva sembra non avere vita facile, infatti stamane il titolare dell’Ufficio speciale ricostruzione dell’Aquila (Usra) Salvo Provenzano ha dichiarato che il ritorno delle scuole in centro storico “è un tema complesso, sensibilissimo, non solo all’Aquila, gli edifici storici sono più vulnerabili. Ad essere sicure sono le scuole ricostruite ex novo con le nuove normative, e in centro storico non puoi abbattere e ricostruire edifici vincolati”.
Le parole dell’ingegnere toccano il tema purtroppo ancora attuale della vulnerabilità degli edifici scolastici nel capoluogo abruzzese, tema che non si limita agli edifici del centro storico ma si estende anche a quelli della periferia e delle zone limitrofe.
Secondo quanto affermato da Provenzano dunque sembrerebbe che fra le destinazioni d’uso del centro storico aquilano non rientrerebbe quello di ospitare scuole, ma per l’ingegnere non c’è da disperare.
“Al di là delle scuole è importante piuttosto riportare in centro storico gli uffici, il nostro lo abbiamo già trasferito, arriveranno sedi di altri enti, il Comune dell’Aquila è rientrato a palazzo Margherita, e altri
uffici andranno a palazzo Fibbioni“, l’invito rivolto dal titolare dell’Usra è dunque quello di tornare a popolare il centro storico aquilano attraverso gli uffici pubblici e privati così da evitare una desertificazione del centro cittadino.
Nell’avanzare questa possibilità Provenzano sostiene le aree centrali del capoluogo abruzzese sono avvantaggiate rispetto a quelle di altre città d’Italia, infatti afferma che L’Aquila corre molto meno il rischio di gentrificazione e turistificazione, ovvero del fenomeno dilagante nelle città di tutto il mondo, per il quale i centri storici diventano ad appannaggio dei ceti benestanti e con grandi disponibilità economiche, e di strutture ricettive turistiche.
“Questo problema riguarda ad esempio il centro storico di Roma, dove non c’è una disponibilità di vani importante, e quelli che ci sono hanno costi altissimi. All’Aquila la situazione è ben diversa, i costi di vendita e di affitto sono ad oggi molto più bassi e accessibili rispetto ad altre città italiane, perché c’è una grande disponibilità di vani“.