10 Gennaio 2025 - 09:58:50
di Redazione
E’ un bilancio positivo quello del progetto “Terre Sonanti il Mammut”, il lungo viaggio iniziato a metà settembre dal castello cinquecentesco e lungo il centro storico dell’Aquila del Mammut artistico di cartapesta che ha poi attraversato 13 comuni dell’Aquilano coinvolgendo le comunità e le realtà vive dei territori.
L’ evento di ieri, con cui si è fatto il punto, è stato curato da Silvia Di Gregorio, ideatrice e direttrice artistica ed è stato introdotto nella sala della Voliera del Maxxi dalla proiezione del video documentario realizzato da Francesco Paolucci, mentre nell’ Edulab è stato poi possibile visitare la mostra di libri d’ arte ispirati al Mammut realizzati dalle artiste Francesca Racano e Debora Frasca nel corso dei laboratori tenuti nelle scuole.
Nella sala polifunzionale sarà possibile visitare la mostra fotografica curata da Eleonora Luciani.
“E’ iniziato a marzo simbolicamente con l’evento dei 70 anni dal ritrovamento a Scoppito, il luogo in cui è stato ritrovato lo scheletro fossile e da lì è partita questa avventura artistica e poetica ma anche soprattutto esperienza culturale che ha coinvolto 13 comunità, oltre a Scoppito e Campotosto, ma anche tutti i comuni da Barisciano fin giù ad Acciano. Un’esperienza che abbiamo voluto raccontare proprio attraverso le voci dei protagonisti, quindi per restituire quali sono stati gli intenti e le visioni che lo hanno sostenuto, ma anche la ricchezza dello sguardo plurale su questo simbolo identitario”, ha detto la Di Gregorio.
“Un progetto in perfetto stile ‘ricostruzione dei territori colpiti dal sisma’ che, per quanto riguarda l’ufficio che dirigo, deve mettere in rete le comunità. Questo progetto era in linea con le finalità di sviluppo che devono tracciare il solco di un prosieguo della ricostruzione dal punto di vista sociale, quindi ha sposato perfettamente la linea della condivisione e della partecipazione, perché non dimentichiamo che all’insieme di comuni, poi si è unita una serie di associazioni, artisti, comunità, le scuole, per cui insiemi interi di comunità sono stati resi partecipi e protagonisti di un progetto che doveva appunto anche consentire di rianimare e coinvolgere le comunità locali”, ha commentato il responsabile dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del Cratere.