22 Gennaio 2025 - 11:21:33
di Redazione
Si sono finti avvocati, truffando un’anziana donna e facendole credere che il figlio avesse causato un gravissimo incidente.
I carabinieri li hanno intercettati sulla via di fuga e li hanno arresati per truffa, recuperando la refurtiva.
Il fatto è accaduto a Castel di Sangro, quando una pattuglia della radiomobile ha effettuato un controllo su una vettura che transitava lungo la statale 652. I documenti dell’auto, noleggiata poche ore prima, sono risultati regolari, ma i due giovani a bordo, di 19 e 22 anni, già noti alle forze dell’ordine,
sono subito apparsi nervosi e, durante il controllo, uno dei due ha tentato maldestramente di nascondere un sacchetto alla vista dei militari.
All’interno del sacchetto i carabinieri hanno trovato numerosi monili in oro, tra cui una vera nuziale con i nomi dei due sposi e la data del matrimonio, e i due giovani avevano con sé la somma di 1150 euro in denaro contante, oltre ad un modesto quantitativo di cocaina.
Gli uomini dell’Arma hanno avviato immediatamente le indagini e nel corso di poco tempo hanno individuato la provenienza dei gioielli e del denaro: poche ore prima, infatti, una 84enne di Sant’Eufemia a Majella (PE) si era recata dai carabinieri ed aveva denunciato di aver subito una truffa ad opera di un sedicente avvocato.
Telefonicamente le era stato raccontato di un gravissimo incidente stradale provocato dal figlio, in realtà mai avvenuto, aggiungendo che entro alcuni minuti si sarebbe presentata una persona a cui la donna avrebbe dovuto consegnare 8mila euro per “mettere a posto la questione”.
Non avendo a disposizione l’ingente somma, l’anziana aveva consegnato i propri gioielli e tutto il denaro che aveva in casa, ossia 1150 euro, la medesima somma trovata in possesso dei giovani, così come assolutamente corrispondente è risultata essere l’incisione all’interno della vera nuziale di cui la donna si era privata cadendo nell’inganno.
Si è conclusa con l’arresto in flagranza per truffa aggravata in concorso la trasferta in Abruzzo dei due giovani, condotti al carcere di Sulmona su disposizione del P.M. di turno presso la Procura della Repubblica peligna.
Il più giovane dei due è stato anche segnalato alla Prefettura come assuntore di sostanze stupefacenti.
Proseguono, intanto, le indagini che verificheranno se i due si siano resi protagonisti di altri episodi analoghi e se ci siano altri complici.