31 Gennaio 2025 - 10:59:29

di Tommaso Cotellessa

Dopo oltre quattro anni di dispute e una lunga battaglia legale, il commissario di un aggregato situato tra San Silvestro e San Pietro, in centro storico a L’Aquila, è stato rimosso dal suo incarico. Si tratta di Gabriele Iampieri, nominato nel 2020 dal Comune dell’Aquila per gestire la ricostruzione del complesso edilizio, ma finito al centro di numerose contestazioni legali.

A portare avanti la battaglia è stata l’avvocato Tiziana Trecco, che assiste una delle proprietà coinvolte. «La vicenda è estremamente complessa e si sviluppa su più fronti – civile, penale e amministrativo – da ormai quattro anni e mezzo», spiega la legale. Il nodo della questione riguarda le continue richieste di permessi di costruire presentate agli enti competenti, ma prive – secondo Trecco – dei consensi fondamentali e indispensabili dei proprietari.

L’aggregato in questione è composto da tre proprietà, ma la difficoltà maggiore sembra derivare dall’esclusione di una di esse. «Più che un problema di accordo tra le parti, la mia proprietà viene completamente ignorata ed esclusa dalle decisioni», sottolinea l’avvocato Trecco. Una situazione che ha reso il contenzioso ancora più gravoso, costringendo i suoi assistiti a presentare ripetuti accessi agli atti per verificare la documentazione prodotta, che – denuncia – sarebbe stata presentata senza il loro consenso né l’incarico ai professionisti di riferimento.

Un aspetto particolarmente critico, secondo l’avvocato, riguarda il fatto che alcune richieste di sanatoria sarebbero state avanzate a nome della sua proprietà senza alcuna autorizzazione formale, aggravando ulteriormente la situazione e complicando la definizione del procedimento.

Di fronte a questo scenario, Trecco chiede al Comune dell’Aquila un intervento più deciso e tempestivo: «Chiedo che l’ente svolga un’azione di vigilanza più efficace e intervenga preventivamente, evitando che si arrivi a situazioni in cui siamo costretti a far valere i nostri diritti con azioni legali».

Secondo la legale, il Comune avrebbe potuto evitare molte delle problematiche sollevate se avesse rigettato fin da subito le istanze presentate senza i requisiti necessari. «Le richieste di permessi di costruire che non rispettano i criteri fondamentali dovrebbero essere dichiarate improcedibili a monte, senza che i proprietari debbano continuamente intervenire per far valere le proprie ragioni», conclude Trecco.