01 Febbraio 2025 - 12:25:54
di Martina Colabianchi
Una più equa ripartizione dei fondi tra le quattro Asl abruzzesi e uno stop ai numerosi contenziosi che l’Azienda sanitaria dell’Aquila ha in ballo con diverse ditte.
È questo, in sintesi, quanto chiesto dal Partito Democratico abruzzese e aquilano alla luce delle ultime vicende che hanno interessato la Asl 1 e che rischiano di impattare concretamente sui servizi erogati per i cittadini. Come già denunciato dai sindacati e dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, la ditta appaltatrice SEMA, che si occupa della manutenzione degli ospedali, minaccia di licenziare i suoi dipendenti se non verrà sanato un debito milionario.
“Questa è una cosa inaccettabile perché falsificherebbe il bilancio – spiega Pietrucci -. Ballano una decina di milioni di euro che il direttore non vorrebbe ascrivere al bilancio e questa cosa sta mandando in affanno le imprese e, conseguentemente, i lavoratori dato che si minacciano licenziamenti collettivi“.
A questo, che certificherebbe una grave difficoltà finanziaria dell’Azienda, si aggiungono anche le migliaia di cartelle esattoriali inviate ai cittadini per prestazioni mai effettuate, ma mai disdette. Il tutto, con sullo sfondo un debito della Asl 1 pari ad oltre 40 milioni di euro.
“In merito alle liste d’attesa, noi diciamo da tempo che quella del pagamento delle prestazioni mai eseguite e mai disdette è una proposta giusta – prosegue Pietrucci –. Il problema è che queste cartelle esattoriali sono arrivate addirittura in riferimento a visite prenotate e mai disdette dieci anni fa. Roba che, peraltro, è prescritta ma il manager si è fatto fare un parere legale addirittura da un avvocato e uno studio legale esterno, cosa che non si potrebbe neanche fare quando sono presenti professionalità all’interno della Asl. Tutto questo per cercare di fare cassa alle spalle dei cittadini. A noi risulta che le altre Asl, oltretutto, ancora non hanno agito in questo modo. Questa è una cosa punitiva se riferita al passato. C’è una legge, bisogna farla rispettare, ma gli effetti devono essere per il futuro e non per il passato. Tutto quello che riduce le liste d’attesa lo vediamo con favore, ma servono investimenti seri sulla sanità, sui medici e sugli stipendi. Ci sono le ricette, si possono mettere in campo ma serve la volontà“.
Non tutto, però, può essere addotto a responsabilità del manager Ferdinando Romano. Alla base, infatti, ci sarebbe una iniqua distribuzione del fondo sanitario tra le quattro Aziende sanitarie regionali. All’Aquila, infatti, sarebbe andata la somma minore corrispondente a 43 milioni di euro.
“Da anni noi del Partito Democratico denunciamo con forza quanto sta avvenendo nella sanità aquilana. È arrivato il momento di dire basta, Marsilio e i consiglieri regionali, gli assessori, i parlamentari eletti su questo territorio prendano atto di come ci hanno ridotto la sanità sulla provincia dell’Aquila e come questa viene percepita dai cittadini. Nonostante questo, c’è un debito mostruoso di questa Asl. Noi diciamo che c’è bisogno di un’inversione di tendenza, perché questa strada che hanno intrapreso è davvero inaccettabile“, prosegue il consigliere Dem.
“La nostra proposta è la verità che è sempre rivoluzionaria. Il manager deve iscrivere quelle somme al bilancio, deve pagare le imprese, deve smetterla con i contenziosi che sta aprendo con le imprese come è successo con l’RSA di Montereale, con la Sema e con la Dussmann. Se il bilancio certificato riporta una perdita tale che non gli consente di stare dentro il range e i parametri imposti dal Consiglio regionale, – conclude – la direzione si assuma le sue responsabilità e si dimetta“.