03 Febbraio 2025 - 11:23:22
di Redazione
Hanno incrociato le braccia, questa mattina, i dipendenti del call center 3G di Sulmona per protestare contro la decisione di alcune aziende di disdire il contratto delle telecomunicazioni e applicare quello sottoscritto, lo scorso dicembre, da organizzazioni datoriali e sindacali scarsamente rappresentative.
Una scelta che impatta anche sui lavoratori dell’azienda peligna che ha aderito in massa allo sciopero (80 per cento).
Il «contratto pirata», così come viene definito dalle organizzazioni sindacali, firmato da Assocontact, associazione di categoria, prevede la riduzione dei permessi, una forte spinta alla flessibilità e alla precarietà, nonché aumenti salariali di molto sotto le richieste avanzate dai sindacati confederali. Effetti negativi si hanno anche sull’assistenza sanitaria e sulle paghe orarie molto più basse vista la retribuzione di 6,50 euro l’ora.
«Vogliamo con questa protesta smuovere le acque e cercare di tornare indietro. Sono scese anche le ferie e anche i permessi (Rol) sono calati del 50 per cento», afferma il sindacalista, Emidio Palleroni.
Accanto ai lavoratori la senatrice pentastellata, Gabriella Di Girolamo.
«E’ importantissimo che in questo momento il governo acquisisca il dato che il settore è in crisi e apra subito un tavolo», aggiunge la parlamentare. «Quello dei call center si configura sempre più come un mondo senza regole e senza diritti per i tanti lavoratori coinvolti. Il quadro già fosco è diventato nerissimo dopo la sottoscrizione del contratto collettivo Telecomunicazioni da parte di Assocontact e Cisal».
«Il contratto cancella in buona sostanza le tutele acquisite nel corso di anni di rivendicazioni sindacali. Lo scopo è chiaro: mortificare il lavoro degli operatori e comprimere i costi del comparto come unico obiettivo. 6.000 dipendenti, e tantissimi altri lavoratori con contratti di collaborazione, che vedranno restringersi i loro diritti e la dignità del lavoro che svolgono: precarietà totale, aumenti salariali ridicoli se rapportati all’inflazione, e 6,50 euro all’ora di retribuzione».
«In Abruzzo la questione riguarda i lavoratori dei call center di Sulmona, Avezzano, l’Aquila, Pescara e Chieti. Il Movimento 5 Stelle da tempo denuncia una situazione divenuta ora insostenibile ed è vicino agli operatori. Per il governo e per tutte le parti coinvolte – conclude Di Girolamo – è arrivato il momento di dare una risposta concreta al comparto. Per questo motivo ho sottoscritto il disegno di legge a prima firma del nostro Mario Turco, che riorganizza il settore mettendo al centro diritti e tutele dei lavoratori».