10 Febbraio 2025 - 10:56:59
di Martina Colabianchi
«L’Abruzzo sta affrontando una crisi economica profonda, con un numero allarmante di imprese che chiudono i battenti: già se ne contano oltre 23.000. Questa realtà, spesso taciuta dietro le narrazioni trionfalistiche della Regione e dell’assessore dedicato più agli spot che all’agire concreto, dipinge un quadro ben diverso e preoccupante».
Così, in una nota, il segretario regionale Pd Daniele Marinelli e il responsabile economico Pd Abruzzo Gianni Cordisco che, leggendo i dati, parlando di un peggioramento anche rispetto al periodo Covid.
Accanto al settore automotive e, quindi, alla sofferenza delle grandi imprese, anche le piccole e medie imprese sarebbero in affanno perché «le più colpite e non supportate da misure di sostegno pubblico». Secondo Unioncamere, infatti, l’Abruzzo sarebbe maglia nera italiana nell’ultimo anno.
Le cause, secondo i due esponenti Dem, sarebbero da rintracciare in una «mancanza di visione, sperpero di risorse verso settori propagandistici e inefficienza nella gestione dei fondi strutturali».
Ma una, tra queste, spiccherebbe tra tutte:
«L’incapacità della Regione di gestire in modo efficace i fondi strutturali e quelli destinati alla formazione. Questi fondi, cruciali per lo sviluppo e la crescita delle imprese, spesso rimangono inutilizzati o vengono spesi in modo inefficiente, senza generare un impatto reale sull’economia locale. Ritardi burocratici, criteri di accesso complessi e mancanza di una visione strategica hanno impedito alle imprese di beneficiare di queste risorse vitali e di cancellare risorse strategiche addirittura già finanziate dal centrosinistra. Una sciagurata gestione dei fondi per la formazione e la mancanza di una programmazione adeguata e di una connessione tra formazione e fabbisogni del mercato del lavoro hanno reso questi fondi tardivi, insufficienti e inefficaci nel sostenere la crescita delle competenze e l’innovazione».
«Le conseguenze sono ormai devastanti. Il crollo delle imprese ha conseguenze pesanti sull’intera regione: migliaia di lavoratori si ritrovano senza impiego e senza possibilità di nuova formazione e occupazione, con un impatto negativo sulle famiglie e sulla comunità – proseguono Marinelli e Cordisco -. Vi è poi un forte depauperamento del tessuto sociale conseguente alla chiusura delle imprese, che comporta la perdita di cittadini, competenze, know-how e legami sociali, impoverendo il tessuto sociale ed economico. Non da ultimo, il corollario sconvolgente di questi dati e della cecità della politica regionale cade sui giovani che, di fronte alla mancanza di opportunità, sono costretti a emigrare verso altre regioni o paesi, privando l’Abruzzo di risorse umane preziose».
«Il Pd chiede da anni – e con la conferenza programmatica sempre più intensamente – la necessità di
un cambio di rotta da parte della Regione Abruzzo. È necessario un approccio più pragmatico e orientato ai risultati nella gestione dei fondi, con una maggiore attenzione alle esigenze delle imprese e del territorio. Solo così sarà possibile invertire la tendenza negativa e rilanciare l’economia abruzzese. Ormai ci sono troppe crisi raccontate ma non risolte, tutte annichilite da promesse e rinvii. Noi diciamo: Meno mance, meno spot, meno propaganda, meno viaggi inutili e più azioni concrete per salvare l’economia e il tessuto produttivo/sociale del nostro Abruzzo», concludono i Dem.