12 Febbraio 2025 - 17:04:36

di Tommaso Cotellessa

Non si arrestano i messaggi di ferma condanna relativi alla scritta omofoba apparsa il 10 febbraio scorso su un muro del corridoio del dipartimento di scienze umane dell’Università degli Studi dell’Aquila. Dopo la ferma condanna proveniente dall’Ateneo, con l’annuncio dell’avvenuta denuncia contro ignoti, anche il Comune dell’Aquila ha condannato l’accaduto, così come numerosissime organizzazioni politiche, sindacali e associative.

Dallo sdegno alla politica, Giannangeli porta la vicenda in Consiglio

Oltre allo sdegno, però, la vicenda sembra stia portando anche ad delle ripercussioni sul dibattito politico cittadino; è stata infatti la Consigliera comunale del gruppo L’Aquila Coraggiosa, Simona Giannangeli, ad esprimere l’urgenza di parlare dei temi relativi alla discriminazione che questo fatto ha evidenziato.

La Consigliera infatti, oltre a definire quanto avvenuto come un «gesto gravissimo ed inqualificabile», ha sostenuto che quanto avvenuto non può assolutamente essere sottovalutato «in un paese come il nostro che non ha ritenuto necessario e doveroso dotarsi di una legge sulle misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere ed alla disabilità».

A fronte di ciò Giannangeli ha perciò affermato che questo episodio non va che a rafforzare la necessità di tornare a discutere del DDL Zan, il disegno di legge che si poneva proprio l’obiettivo di prevenire e contrastare l’insorgere di condotte discriminatori e violente legate al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere ed alla disabilità, che è stato affossato al Senato nell’anno 2021.

L’intenzione della Consigliera è quella di riprenda la discussione parlamentare su questo testo di legge, con questo stesso intento la Consigliera aveva già presentato – nel mese di settembre 2024 – un ordine del giorno, discusso nella seduta del 18 novembre 2024, con il quale si chiedeva al sindaco ed alla Giunta di sollecitare il Parlamento, affinché si riapra la discussione sul DDL Zan e si approvi una legge organica volta alla punizione dei reati fondati sull’odio per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità delle persone, colmando un vuoto giuridico di tutele ingiustificabile. Tuttavia in quel Consiglio comunale le forze di maggioranza hanno proposto di approfondire il tema prima in III Commissione consiliare per poi discuterlo di nuovo in Consiglio.

In sede di commissione il processo è già partito, sono tre le sedute già svolte sul tema, durante le quali sono stati audite ed auditi rappresentanti delle associazioni territoriali, tra le quali Arci Gay, docenti universitari e giovani portavoce della comunità locale. E’ prevista l’ultima seduta della III Commissione sul tema DDL Zan mercoledì 19 febbraio alle ore 11 presso Palazzo Margherita, dove sarà audito, tra gli altri, anche l’On.le Zan proponente del testo di legge.

In vista di questo appuntamento la consigliera ha affermato «Auspico, anche alla luce di quanto dichiarato da Biondi a proposito della scritta omofoba comparsa sui muri del Dipartimento di Scienze Umane, ovvero che trattasi di atto spregevole, che contrasta con l’inclusività e l’accoglienza che da sempre contraddistinguono la nostra città e le sue istituzioni pubbliche, che l’ordine del giorno da me presentato e che sarà discusso in Consiglio Comunale all’esito del lavoro della III Commissione possa trovare la massima condivisione, con l’approvazione all’unanimità, proprio perché siamo città che non discrimina. La scritta omofoba è un monito per le istituzioni e segnala ancora una volta che questo è un paese ancora fortemente attraversato da pulsioni omofobe, sessiste, razziste e che i principi di eguaglianza e non discriminazione sanciti dalla Costituzione debbono essere continuamente riaffermati»

La ferma condanna da parte dell’Adsu L’Aquila

Fra gli altri anche l’Azienda per il Diritto allo Studio degli Universitari si è pronunciata con una nota della presidente Marica Schiavone, che ha dichiarato «Esprimiamo profonda solidarietà alla comunità universitaria in seguito all’increscioso episodio di intolleranza verificatosi e condanniamo fermamente ogni forma di discriminazione, odio e violenza. La nostra Università e la nostra Città devono essere luoghi sicuri e accoglienti per tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità di genere, orientamento sessuale o provenienza».

Dura la condanna anche da parte del direttore generale dell’Adsu, Michele Suriani.

«Questo triste episodio non è un riflesso dei valori che intendiamo promuovere. L’Adsu si impegna attivamente per costruire un ambiente accogliente e inclusivo per tutti gli studenti, docenti e personale. Siamo convinti che l’educazione e la cultura siano strumenti fondamentali per combattere ignoranza e pregiudizi, e che solo attraverso il dialogo, il rispetto e la solidarietà possiamo fare della nostra università un esempio di integrazione».

La posizione del Passo Possibile

Anche gli esponenti dell’associazione civico-politica de Il Passo Possibile ha espresso profonda amarezza e una ferma condanna per un gesto che definiscono «tanto vergognoso quanto inquietante nel suo sprezzante contenuto omofobo».

«Una discriminazione sessista che appare ancor più ignobile nel triste “abbinamento” a ideologie di morte, gravi e pericolosamente retrograde, e parliamo del riferimento alla spregevole “soluzione finale” dei forni crematori, con cui i nazisti concludevano le atroci operazioni di sterminio di massa e che tanto hanno segnato e convolto la nostra storia più recente. Azioni gravi e non ragazzate, vere e proprie manifestazioni di odio e intolleranza dettate dal misconoscimento del valore di ogni persona e che non appartengono in nessun modo ai valori della nostra comunità civile, in cui ognuno ha il diritto di vivere ed esprimere se’ stesso in maniera sicura, libera e orgogliosa, senza nessun giudizio nè’ pregiudizio- concludono i rappresentanti di “IL PASSO POSSIBILE”».