13 Febbraio 2025 - 16:29:02

di Martina Colabianchi

Dopo l’approvazione in Toscana della legge che stabilisce tempi e modalità certe per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, si apre un nuovo varco per la legge sul fine vita in Italia e in Abruzzo, dove la prossima settimana ripartono i lavori.

«La regione è pronta a ricevere questa legge di civiltà», afferma Riccardo Varveri, coordinatore ‘Eutanasia Legale‘ – associazione Luca Coscioni, promotore insieme a Paride Paci e Gianluca Di Marzio.

«Una legge che manca a livello nazionale nonostante le richieste della Corte Costituzionale, a seguito della disobbedienza civile di Dj Fabo», si legge nella nota. Ma ora, in virtù del precedente dell’approvazione in Toscara, riprende l’iter in commissione con l’audizione di Filomena Gallo, Francesca Re e Roberto D’Andrea, martedì 18 febbraio.

«Nel giugno di due anni fa abbiamo depositato le 8.119 firme raccolte a fronte delle 5.000 richieste dal regolamento regionale abruzzese per le iniziative di legge popolari. Oltre cento attivisti si sono impegnati, dedicando il proprio tempo», commenta Varveri. Le firme erano state consegnate dallo stesso Marco Cappato insieme ad una piccola delegazione di volontari con cui aveva percorso, a piedi, il centro storico dell’Aquila dalla Fontana Luminosa all’Emiciclo, sede del Consiglio regionale.

«Abbiamo detto in audizione che non pretendiamo che la proposta venga approvata così com’è, ma che apriamo a ogni ragionevole riflessione di emendamento. Rigettare la proposta, invece – conclude Varveri – con il parere del Collegio di garanzia statutaria e il precedente toscano, sarebbe solamente un atto politico».

La proposta di legge mira a definire tempistiche procedure certe per i malati in possesso delle condizioni dettate dalla Consulta. In assenza di una legge nazionale e di leggi regionali, la morte volontaria assistita è regolamentata, infatti, dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Marco Cappato/Dj Fabo, che proprio grazie all’impegno di Cappato ha legalizzato l’accesso alla procedura, ma solo a determinate condizioni: bisogna essere pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, affetti da una patologia irreversibile fonte di intollerabili sofferenze e tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale.

La proposta era già stata sottoposta al vaglio del Collegio di garanzia regionale, che ne aveva sancito l’ammissibilità rispetto alla Costituzione e allo Statuto.

I promotori, ascoltati nel primo ciclo di audizioni in Commissione, si erano detti soddisfatti del dialogo con le istituzioni e fiduciosi in un proseguo dell’iter senza intoppi. Si attende, adesso, il proseguo dell’iter con il ritorno il 18 febbraio in Commissione Sanità con un altro giro di audizioni. Dal 26 giugno del 2024, il Consiglio regionale ha dodici mesi per decidere sul progetto di legge, quindi si dovrà esprimere entro il prossimo 26 giugno 2025.