13 Febbraio 2025 - 11:15:31

di Redazione

“La riforma fiscale. Verso una maggiore tutela del contribuente, una fiscalità globale e nuove regole sul sistema impositivo dei redditi” è stata al centro dell’evento, organizzato questa mattina presso l’aula magna della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza.

L’evento, organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dell’Aquila, ha visto la partecipazione, in videoconferenza del viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo e la partecipazione dei massimi professionisti del settore.

Dopo i saluti istituzionali del Gen. C.A. Bruno Buratti, Ispettore per gli Istituti di Istruzione della Guardia di Finanza, del Dott. Vincenzo Carbone, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, del Prof. Elbano de Nuccio, Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e del sindaco Pierluigi Biondi, il viceministro ha tracciato i lineamenti generali, le fasi attuative e le prospettive della riforma fiscale avviata per effetto della legge 9 agosto 2023, n. 111, con cui è stata conferita la delega al Governo per la revisione del sistema tributario, da attuare entro 24 mesi.

A seguire, funzionari dell’Agenzia delle Entrate, commercialisti e Ufficiali della Guardia di Finanza hanno parlato delle principali novità introdotte dai decreti attuativi sinora pubblicati.

«Una riforma che è attesa dagli anni ’70 – ha detto il viceministro – La vera riforma strutturale del sistema fiscale ci fu allora. Quel sistema fiscale accompagnò il passaggio della nostra economia da un’economia di tipo agricolo a un’economia di tipo industriale. Dopo dagli anni 70, fino ad oggi, ci sono stati interventi di manutenzione ma non strutturali e di sistema. Adesso c’era l’esigenza di dare un aspetto organico a questa materia. Come lo abbiamo fatto? Su 4 aree. Il primo punto riguarda le novità in tema di modifiche allo statuto dei diritti del contribuente e in materia di fiscalità internazionale, tassello fondamentale del nostro sistema, e tiene conto non solo degli indirizzi dell’Ue ma anche dalle raccomandazioni dell’Ocse modifiche allo statuto dei diritti del contribuente. Il secondo si riferisce ai tributi, attuando la revisione dell’Irpef e dell’Ires, il terzo contiene poi la disciplina dell’adempimento collaborativo e del concordato preventivo biennale, oltre alle nuove disposizioni sul contenzioso tributario e sulle sanzioni, mentre il quarto riordina il sistema tributario mediante la redazione di testi unici e codici».

«Un concetto di fondo di questa riforma -ha poi aggiunto – è legato alle risorse e stiamo facendo tutto con pochissime risorse che vengono dall’eliminazione dell’Ace che tuttavia non abbiamo completamene abbandonato. Nonostante le pochissime risorse, dal marzo del 2023, quando cioè abbiamo presentato la delega fiscale, all’agosto successivo quando è stata approvata in via definitiva dal Parlamento, da allora abbiamo varato 14 decreti legislativi e un altro, in rampa di lancio, che riguarda il mondo delle accise, oltre a tre testi unici che sono parte integrante della riforma. Un quarto testo unico sulla riscossione potrà inoltre essere approvato anche in tempi rapidi. Avremo alla fine del percorso 15 decreti legislativi e 4t testi unici».

Carbone ha quindi sottolineato: «Per come è stata strutturata, la riforma fiscale va soprattutto in una direzione di una maggiore apertura nel rapporto tra amministrazione finanziaria e cittadini. Ne sono esempio alcuni istituti che sono presenti nella legge delega. Possiamo pensare alla riforma delle sanzioni, o all’istituto dell’adempimento collaborativo che interessa le grandi imprese, possiamo pensare all’istituto del concordato preventivo biennale che è rivolto a quei piccoli soggetti che hanno un volume d’affari minori. La legge fiscale va in quella direzione e l’amministrazione finanziaria segue le indicazioni che vengono dal Parlamento sempre per sviluppare un maggiore e migliore rapporto con i contribuenti. Possiamo citare, tra le altre cose, anche la riforma dello statuto dei diritti dei contribuenti, mi fa piacere sottolineare il consolidamento del contraddittorio tra amministrazioni finanziaria e cittadino, proprio perché alla fine se c’è un confronto reale, aperto,  trasparente, l’interesse comune è quello di arrivare sempre ad una migliore definizione del rapporto tributario».