15 Febbraio 2025 - 11:50:14
di Tommaso Cotellessa
Dopo la pubblicazione del libro Fratelli di Chat, scritto dal giornalista Giacomo Salvini e edito da Paper First, non accennano a placarsi le polemiche riguardanti le conversazioni interne al principale partito di governo. In particolare, nel contesto abruzzese, hanno suscitato scalpore le parole del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Il 4 agosto 2022, in un messaggio ai suoi compagni di partito, Marsilio scriveva:
“Alcune soluzioni vanno fatte ma non annunciate… Certe cose si fanno il giorno dopo le elezioni, quando hai cinque anni davanti per riassorbire le proteste…”
E ancora:
“Piaccia o non piaccia, se adesso in Abruzzo mi mettessi a dire che dobbiamo trivellare nell’Adriatico, scateniamo tutti i sindaci della costa, compresi i nostri, come accade a Piombino contro le trivelle (anche se lì si tratta di un rigassificatore). Lo stesso succederebbe in Val di Sangro per il gas sotto il lago di Bomba. I cinque anni servono per dimostrare che magari le proteste erano basate su paure ingiustificate e, soprattutto, per avere il tempo di far piovere benefici e compensazioni economiche sui territori. Nei pochi giorni di campagna elettorale, raccoglieremmo soltanto le proteste.”
Le parole del governatore hanno suscitato una dura reazione da parte di Mario Pizzola, rappresentante del Coordinamento Per il Clima – Fuori dal Fossile, che ha commentato con toni critici:
“Non deve essere eccelsa la considerazione che Marco Marsilio ha degli elettori, a giudicare dai messaggi che il presidente della Regione si scambiava con i suoi colleghi di partito.”
Entrando nel merito delle dichiarazioni riportate nel libro, Pizzola ha interpretato così le parole di Marsilio:
“Riassumendo: se vuoi rifilare delle fregature al popolo che amministri, fallo senza dirglielo e quando non c’è il rischio che possa votarti contro. Il ‘metodo Marsilio’ è stato applicato alla perfezione nel caso del metanodotto Sulmona-Foligno, che attraversa l’Abruzzo interno per oltre 106 chilometri. Dapprima, obbedendo al governo, ha spalancato le porte al devastante e inutile progetto della Snam. Poi ha riunito i sindaci dicendo loro sostanzialmente: ‘Signori, ormai l’opera è autorizzata, prendetevi i soldi delle compensazioni (mai arrivate) e smettetela con le proteste’. Per qualche sindaco più recalcitrante è arrivata anche la candidatura, con annessa bocciatura, alle elezioni regionali. Visto che il metodo ha funzionato, Marsilio è stato rieletto per un secondo mandato.”
Pizzola ha inoltre aggiunto che questo modus operandi non è una novità:
“A parziale discolpa di Marsilio, però, c’è da dire che lui non ha inventato nulla. Non fa che applicare il collaudato sistema delle monarchie feudali. Lui prende ordini da Roma, poi li trasmette diligentemente ai suoi fedeli sindaci e presidenti di provincia, i quali a loro volta li eseguono cercando di farli digerire a quello che considerano il ‘popolo bue’. L’ultimo esempio ce lo ha offerto in vista delle elezioni comunali di Sulmona, quando ha ‘suggerito’ il nome del prossimo sindaco, e tutti intorno a lui a fare la ola e a cantare la Marsiliese. Povera Sulmona e povero Abruzzo: in che mani siamo finiti? Arriverà mai il giorno in cui sapremo riscattarci?”