Verini e Padovani: "L’Aquila, città bella e deserta. Il Comune non fa abbastanza per ripopolare il centro storico”

20 Febbraio 2025 - 10:37:03

Gli ultimi dati CRESME e Openpolis sono semplicemente allarmanti. Nel
centro storico aquilano la ricostruzione privata, non quella pubblica, è
molto avanzata ed oltre il 70% delle abitazioni sono disponibili ed
abitabili. Allo stato avanzato della ricostruzione, tuttavia, non
corrisponde una rinascita della Città né in senso sociale di comunità né
in senso economico di attività:

– il 40% delle abitazioni del centro sono inutilizzate, contro una media
nazionale del 5%;

– L’Aquila ha il primato italiano di disponibilità di abitazioni vuote
in centro, pari al 35%;

– sempre in centro, la città ha perso il 63% dei residenti giovani
rispetto al pre-sisma;

– il 43% delle imprese, istituzioni, enti vari operanti prima in centro
ha preferito dislocare altrove la propria attività;

– i residenti in centro sono circa 5.000, meno della metà dell’ante
sisma ed appena il 5% del totale dei residenti del nostro Comune.

Questi dati scioccanti dimostrano l’insufficienza delle politiche di
“rigenerazione urbana” dell’Amministrazione ed il fallimento di tanti
progetti pure pomposamente annunciati come, per fare un esempio, il
“Collegio di merito”, un accordo epocale, fu detto, tra Università, Gssi
e Comune per uno studentato diffuso nel territorio.
La verità è che non bastano convegni ed eventi per far rinascere la
Città. Il centro storico dell’Aquila ante sisma era un hub di servizi,
oltre che una conurbazione stratificata di eccellenze
artistiche-culturali. A 16 anni dal sisma l’area centrale dell’Aquila è
tuttora priva di una vera funzione, e preoccupa il vuoto di politiche
sul recupero di un ruolo economico-sociale del centro.
I dati esposti suscitano enorme preoccupazione: L’Aquila è una città
tanto bella quanto vuota. Noi vorremmo un centro cuore pulsante della
città, pieno di uffici e commercio, scuole e studenti, cittadini e
terziario. Noi vorremmo semplicemente una città normale, con i mercati
in piazza e nei rioni, popolati, colorati e festosi. E’ grave la
contraddizione tra quello che l’Amministrazione comunica e quello che
invece fa, allorché ha approvato un Piano Urbano per la Mobilità
Sostenibile (Pums) dove, tra le altre cose, sono previsti parcheggi che
non sono stati mai realizzati e soltanto promessi. Il governo cittadino
dovrebbe avere il coraggio di dire che ha fatto altre scelte, che ha
altre priorità, che il suo modello di centro storico non prevede né
residenti né servizi né parcheggi né scuole.
E’ venuto il momento di andare “oltre” la mera ricostruzione,
recuperando spazi ed edifici che vanno restituiti alla comunità con
nuove funzioni produttive, sociali, educative, culturali, per ridare
nuova vita ai nostri quarti. Ad esempio, per fare dell’Aquila una vera
“Città universitaria”, si potrebbe con risorse già oggi disponibili
erogare un “bonus affitto” da elargire agli studenti meritevoli che
potrebbero utilizzare questo bonus per pagare gli affitti in centro.
Soluzioni di rigenerazione urbana di questo tipo, come pure un nuovo
bando “Fare Centro” sia per le attività economiche che per le giovani
coppie, andrebbero veramente a vivificare l’area centrale sviluppando
una economia “diffusa” ed a vantaggio di tutti.
I numeri sopra esposti mostrano invece l’esito di politiche sbagliate:
L’Aquila è una città bella ma deserta, animata solo la sera da tanti
locali, ma evidentemente questo non basta né per fare una città di
servizi né per fare sviluppo né per ricostruire una vera ed identitaria
comunità. Vengono al pettine nodi incancreniti, dopo anni di non scelte
e meri annunci da parte di un’Amministrazione che continua a predicare
bene e razzolare male, priva di una visione chiara sul domani, distratta
nell’attuazione dei suoi stessi programmi e carente anche nella gestione
dell’ordinario come la pulizia o la sicurezza urbana.