22 Febbraio 2025 - 10:21:39

di Tommaso Cotellessa

Nella Casa di reclusione di Sulmona, la celebre fiaba di Pinocchio si è trasformata in una rappresentazione teatrale dal profondo significato allegorico, esplorando il tema dell’errore come strumento di evoluzione e crescita personale.

L’adattamento è stato curato dai detenuti sotto la regia di Pietro Becattini, con la partecipazione di Francesca Galasso, e ha rappresentato il culmine di un percorso formativo realizzato in collaborazione con il Centro Provinciale Istruzione Adulti (Cpia) di L’Aquila. Il progetto è stato seguito dalle docenti Antonella Iulianella e Concetta Berlantini e sostenuto dalla Fondazione Carispaq.

«Pinocchio non è solo una favola, ma un vero e proprio romanzo di formazione – ha spiegato il regista Becattini – È perfetto per un percorso trattamentale, perché insegna che si cresce solo assumendosi le proprie responsabilità. Inoltre, tocca temi fondamentali come la legalità, l’importanza dell’istruzione, il valore dell’impegno e della volontà, ma anche questioni sociali come la violenza sui minori, la povertà e la lotta contro l’apparenza».

La rappresentazione ha offerto una narrazione originale, affidata agli occhi disillusi del Grillo Parlante e alle azioni di una compagnia teatrale che vive in un mondo dove “tutto è finto e niente è vero”. In questo contesto si è inserito anche un Pulcinella umano, testimone del tempo che scorre inesorabile e delle difficoltà dell’esistenza.

Alla prima dello spettacolo, messa in scena nel teatro del carcere, hanno assistito numerose autorità, tra cui la consigliera regionale Maria Assunta Rossi, la dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Gabriella Liberatore, la dirigente scolastica del Cpia Alessandra De Cecchis, il direttore della Casa di reclusione Stefano Liberatore e la sua vice Rosa Gaudino. Presenti anche la comandante di reparto Alessandra Costantini con il suo vice Roberto Cerino ed Elisabetta Santolamazza, capo area trattamentale.

L’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione di riflessione per i detenuti, offrendo loro la possibilità di esprimersi attraverso il teatro e di affrontare, in maniera simbolica, il tema del cambiamento e della responsabilità personale. Un progetto che ha unito arte, formazione e rieducazione, dimostrando come la cultura possa essere un ponte per la rinascita.