Martedì in Consiglio la risoluzione di Di Marco sulla rinuncia alle cure: "Come si stanno recuperando 120.000 abruzzesi che non si curano?"

22 Febbraio 2025 - 12:52:39

“Fra i dati emersi dall’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe, oltre ai
costi delle migrazioni verso altri presidi fuori regione, c’è anche
quello impressionante del numero degli abruzzesi costretti a rinunciare
alle cure. Sono il 9,2 della popolazione, in cifre oltre 120.000 uomini
e donne di varia età, che stremati dalle lunghe attese, o per ragioni
economiche, non sono riusciti a curarsi, né a fare prevenzione nel 2023.
Parliamo di persone a cui nessuno ha dato risposte e che né Regione, né
Asl sono andati a cercare per proporre prese in carico. È un numero
enorme che non può restare abbandonato. Dall’esigenza di sapere cosa
stia facendo la Regione per queste cittadine e cittadini è nata la
risoluzione che sarà discussa nel Consiglio regionale di martedì 25
febbraio. Non possiamo restare inerti, così come bisogna tutelare con
tutte le nostre forze la sanità territoriale perché arrivi anche a chi
rinuncia”, afferma il consigliere regionale PD Antonio Di Marco.

“Come per le fughe verso altri presidi, così anche per la rinuncia alle
cure si registra un’impennata preoccupante: in un solo anno la
Fondazione registra aumenti superiori al 10,3 per cento della spesa che
gli italiani sostengono di tasca propria (out of pocket) per le
prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno – spiega Di Marco – . In
pratica nel solo 2023, a carico dei cittadini ci sono cifre pari a 3.806
milioni di euro rispetto al 2022. l’incremento più rilevante riguarda la
spesa per assistenza sanitaria per cura e riabilitazione (+ 2.760
milioni di euro) e quella per prodotti farmaceutici e altri apparecchi
terapeutici (+2.503 milioni di euro), seppur con andamenti differenti.
Tutto questo, unito alle tante crisi che colpiscono di più anche il ceto
medio e la crescente difficoltà economica sentita da fasce prima immuni,
la perdita del lavoro, la mancanza di misure per rientrare sul mercato
da parte degli over 50, ci ha portato ad essere la quarta regione del
Paese per persone che rinunciano alle cure, con una percentuale alta
poco meno di due punti rispetto alla media nazionale, ma che resta una
cifra totale impressionante. È come se gli abitanti di una città grande
come Pescara, nessuno escluso, fossero scoperti dalle cure. La Regione
che fa? Ha cognizione di questo spaccato drammatico? Come intende
combatterlo? Risposte necessarie perché tale rinuncia si traduce nel
peggioramento della qualità della vita delle famiglie, in premorienza,
in dolore e disagio e un’aspettativa di vita in calo, pari all’83 per
cento, che pone di poco sotto alla media nazionale che è all’83,1 per
cento. Questa situazione aggiunge un tassello problematico e
preoccupante alla fotografia della sanità abruzzese, che fra deficit
milionari, mobilità passiva, edilizia sanitaria che non parte, ospedali
che “chiudono” per ristrutturazioni male organizzate, sicuramente non
traccia l’immagine di una regione “modello” e mette sempre di più a
rischio la comunità che costituzionalmente ha diritto alla salute e
dunque alla prevenzione e alla cura”.