04 Marzo 2025 - 19:15:43
di Tommaso Cotellessa
Le polemiche relative alla gestione della Asl 1 non accennano ad arrestarsi. Tornano infatti a far discutere gli avvisi di pagamento inviati dall’azienda sanitaria relativamente alle prestazioni sanitarie prenotate e non effettuate che risalgono alle annualità del 2014, 2015 e 2016. A far discutere anche il comportamento del direttore generale, Ferdinando Romano che ha evitato il confronto istituzionale, rifiutandosi di partecipare all’audizione fissata per il prossimo 6 marzo dinanzi alla Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo. Una decisione che ha suscitato sdegno e indignazione da parte delle organizzazioni sindacali e delle forze politiche locali.
Il Segretario Generale della CGIL dell’Aquila, Francesco Marrelli, ha espresso durissime critiche nei confronti di Romano, accusandolo di eludere le proprie responsabilità e di sottrarsi a un doveroso confronto pubblico. La Commissione di Vigilanza era chiamata ad approfondire proprio il tema degli avvisi di pagamento recapitati a migliaia di cittadini per presunte mancate disdette di prenotazioni sanitarie. Secondo Marrelli, il mancato confronto rappresenta un atto di grave irresponsabilità e dimostra il totale disinteresse del Direttore Generale per i problemi della comunità locale.
Sul tema degli avvisi di pagamento è intervenuto anche il Partito Democratico dell’Aquila che parla di un’operazione “vergognosa e illegittima”, soprattutto considerando che le prenotazioni, fino a poco tempo fa, venivano annullate tramite una semplice comunicazione telefonica o verbale al CUP, senza il rilascio di alcuna ricevuta ufficiale. Il PD locale ha inoltre sottolineato come sia inaccettabile che il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, presidente del Comitato ristretto dei sindaci della provincia, e il presidente della Regione, Marco Marsilio, restino in silenzio davanti a una simile ingiustizia.
L’amministrazione della ASL1 è accusata di cercare di risanare il proprio debito attraverso una “speculazione vergognosa” ai danni dei cittadini, già costretti a lunghe attese o a spostarsi fuori regione per ricevere cure adeguate. Le richieste di pagamento, inoltre, sembrano andare oltre i termini di prescrizione previsti per le sanzioni, che solitamente si estinguono dopo cinque anni.
CGIL e PD chiedono ora un intervento immediato delle istituzioni affinché la questione venga risolta con urgenza. Se non arriveranno risposte concrete, si valuterà la possibilità di rivolgersi alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per verificare la legittimità delle richieste di pagamento avanzate dalla ASL1. Inoltre, il Partito Democratico intende portare la questione in Consiglio comunale, chiedendo la convocazione della Terza Commissione con l’audizione del sindaco Biondi e del management della ASL1.
La nota di Sinistra Italiana
Sinistra Italiana L’Aquila risponde all’appello della CGIL aquilana ed esprime la sua più ferma condanna sulla gestione arrogante, potremmo tranquillamente dire Trumpiana, da parte della Direzione della ASL 1 Abruzzo rispetto alla vicenda degli avvisi di pagamento recapitati, per il tramite dell’Agenzia delle Entrate, a migliaia di cittadini e cittadine per presunte mancate disdette delle prenotazioni di prestazioni sanitarie.
Arroganza ed indisponenza che si manifestano attraverso il rifiuto reiterato di confrontarsi con le forze politiche e sociali della provincia, toccando un nuovo apice nella giornata di ieri: il Direttore della ASL 1, Ferdinando Romano, ha infatti eluso per la seconda volta la convocazione, prevista per il prossimo 6 marzo, dinanzi alla Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo per fornire chiarimenti sulla suddetta vicenda.
Eppure, la complessità della questione imporrebbe al Direttore un atteggiamento di trasparenza totale di fronte alla cittadinanza e alle rappresentanze sindacali. Di fatto, molti utenti che si sono visti recapitare gli avvisi di pagamento affermano di aver annullato la prenotazione, non ottenendo però dalla ASL alcuna ricevuta di tale annullamento da poter oggi esibire, semplicemente perché questa procedura, che sarebbe la base di una gestione trasparente, allora non era prevista. Così, verosimilmente sono centinaia i cittadini e cittadine che hanno ricevuto la richiesta di pagamento pur avendo disdetto la prenotazione entro i termini previsti.
Il tema si complica ulteriormente in merito alla natura giuridica dei pagamenti richiesti. Infatti, ci risulta che la ASL di Teramo configuri pagamenti di questo tipo come sanzioni amministrative, il cui termine di prescrizione è di cinque anni. La ASL aquilana sembra invece sostenere che si tratti di tributi, il cui termine di prescrizione è decennale. In questo caso, però, non avrebbero dovuto essere inoltrate le richieste di pagamento a coloro che godevano di esenzione: un pasticcio nel pasticcio.
Ciò che rende ancora più irritante questa situazione è il silenzio del Sindaco Pierluigi Biondi, che in qualità di Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci riveste precise funzioni di controllo sull’attività della ASL e sul suo operato sul territorio. Nonostante la vicenda abbia coinvolto centinaia, se non migliaia, di cittadini e cittadine, il sindaco non ha ancora preso una posizione chiara in merito. Biondi rappresenta il territorio, come proclama, o solo gli interessi di Fratelli d’Italia?
Dove sono, inoltre, i consiglieri regionali di maggioranza? Il loro silenzio è forse il risultato, tra le altre cose, di un incrociarsi di interessi che si sono manifestati nelle elargizioni a pioggia (ricordiamo i circa 280000 euro ottenuti da un singolo Comune, Prezza, per realizzare eventi e sistemare il manto stradale) della “Legge mancia” di fine 2024?
È ora di affrontare con serietà i problemi che riguardano la salute e il benessere della nostra comunità, e bisogna mostrare rispetto per chi vive in questa provincia. Chiedere indietro dei soldi quando non c’è certezza di effettive mancanze da parte dei cittadini è, lo ribadiamo, arrogante e scorretto.