04 Marzo 2025 - 12:09:06

di Martina Colabianchi

Mancano oltre 5.500 medici di medicina generale e sempre più cittadini faticano a trovare un medico di famiglia, soprattutto nelle grandi regioni. A fronte di migliaia di pensionamenti, saranno 7.300 entro il 2027, il numero di giovani medici che scelgono questa professione continua a diminuire.

Lo indica un nuovo rapporto della Fondazione Gimbe, che per l’Abruzzo delinea un quadro di luci ed ombre. Innanzitutto, certifica un pesante calo dal 2019 al 2023, anno in cui si registra un -16,7% di medici di famiglia. Peggio di noi, solo Sardegna, Puglia e Calabria.

«L’allarme sulla carenza dei medici di famiglia riguarda ormai tutte le Regioni – ha osservato in merito il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellottae affonda le radici in una programmazione inadeguata che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. Negli ultimi anni poi la professione ha perso sempre più attrattività, rendendo oggi spesso difficile per i cittadini trovare un medico di medicina generale vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, soprattutto per anziani e persone fragili».

Dall’analisi emerge, inoltre, che nel 2024, in particolare, non sono state assegnate il 15% delle borse di studio per medici di famiglia, con punte di oltre il 40% in 6 regioni. L’Abruzzo, fortunatamente, per quanto riguarda questo dato registra un primato in positivo, essendo state assegnate ben il 61% delle borse di studio.

Uno scenario che fa ben sperare per il necessario ricambio generazionale dei medici, mentre l’invecchiamento della popolazione aumenta i bisogni di assistenza: gli over 80 sono triplicati in 40 anni e più della metà sono affetti da due o più malattie croniche. Mentre «la politica – rileva la Fondazione Gimbe – propone la dipendenza dei medici di famiglia come soluzione senza alcuna valutazione d’impatto economico, contributivo, organizzativo e professionale».

Il rapporto Gimbe va poi ad analizzare il numero di assistiti per medico di base. Ne emerge che il 51,7% dei medici di medicina generale è sovraccarico, con oltre 1.500 pazienti a testa. In totale, secondo i dati Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) al primo gennaio 2023, i 37.260 medici di medicina generale avevano in carico quasi 51,2 milioni di assistiti con una media di 1.374 assistiti ciascuno e variazioni significative tra le regioni.

L’analisi osserva che si passa dai 1.100 pazienti per medico del Molise ai 1.548 della Provincia autonoma di Bolzano. Quest’ultima precede Veneto (1.546 pazienti in media per ogni medico di famiglia), Lombardia (1.529) e Friuli-Venezia-Giulia (1.460). Davanti a Molise si piazzano la Basilicata, penultima con 1.119 assistiti, e la Sicilia, terzultima con 1.161 unità. Non male l’Abruzzo, che si attesta a 1211 assistiti per medico di base su una media italiana di 1374.

Gimbe ha stimato poi il fabbisogno regionale dei medici di famiglia: un calcolo possibile, precisa Cartabellotta, «solo in base al numero di assistiti poiché la carenza in ciascun ambito territoriale viene identificata dalle Asl secondo variabili locali».

Per garantire la distribuzione omogenea e capillare rispetto alla densità abitativa, la prossimità degli ambulatori e l’esercizio della libera scelta, la Fondazione Gimbe ha tenuto in considerazione il rapporto ottimale pari a 1 medico ogni 1.200 assistiti. Sulla base dei dati Sisac al primo gennaio 2024, la carenza complessiva è stimata in 5.575 medici di famiglia distribuiti in 17 Regioni e Province autonome. Fortunatamente, anche qui, il dato abruzzese non desta particolari preoccupazioni: al 1 gennaio 2024, l’Abruzzo registra solo 9 medici mancanti.