07 Marzo 2025 - 11:50:28
di Tommaso Cotellessa
In seguito ad un incontro intercorso fra le associazioni ecologiste Appennino Ecosistema, LIPU e WWF e i funzionari della Direzione Generale Ambiente della Commissione UE, gli esponenti della Commissione hanno annunciato che verranno richiesti chiarimenti al Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico in merito alla mancata attuazione delle Linee guida nazionali sulla Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.), in vigore dal 2020 e successivamente adottate da tutte le Regioni.
A farlo sapere sono state le stesse associazioni ecologiste. Nel corso dell’incontro infatti queste ultime hanno denunciato presunte violazioni delle normative europee da parte di molte amministrazioni regionali e comunali italiane. Addirittura si parla di centinaia di casi in cui della amministrazioni hanno eluso l’applicazione delle linee guida, provocando così la compromissione dello stato di conservazione di habitat e specie tutelati a livello europeo.
Durante l’incontro, le associazioni hanno chiesto alla Commissione Europea di chiudere la procedura di pre-infrazione (EUP-2014-6730) contro l’Italia per la cattiva applicazione dell’articolo 6, commi 3 e 4, della Direttiva Habitat, procedura aperta ormai da undici anni, e di avviare ufficialmente la conseguente procedura di infrazione. Secondo i dati forniti dalla Commissione, l’Italia è il Paese dell’UE con il maggior numero di violazioni ambientali: attualmente sono aperte 23 procedure di infrazione e 6 di pre-infrazione, con circa un quinto di queste riguardanti la tutela della natura.
Le Linee guida nazionali sulla Valutazione di Incidenza Ambientale, approvate nel 2019, avrebbero dovuto garantire una maggiore tutela degli ecosistemi, ma vengono sistematicamente disattese da molte amministrazioni locali. In particolare, gli Studi di V.Inc.A. vengono spesso redatti senza il coinvolgimento di figure professionali adeguate e ignorano le procedure autorizzative aggravate previste per le potenziali incidenze significative su habitat e specie prioritarie.
Le associazioni ecologiste chiedono quindi un intervento deciso dell’Unione Europea per garantire il rispetto delle normative ambientali e la piena applicazione delle linee guida, al fine di tutelare il patrimonio naturale italiano e assicurare un’efficace protezione della biodiversità.