10 Marzo 2025 - 11:10:27
di Martina Colabianchi
Una serata di incontro e confronto nella sede del Partito democratico dell’Aquila, in via Paganica 3.
Martedì 11 marzo, alle ore 21, si discuterà di populismo e sovranismo a partire dall’ultimo libro del filosofo Rocco Ronchi, “Populismo/sovranismo: un’illustre genealogia” edito da Castelvecchi.
L’incontro, cui parteciperà l’autore, sarà moderato da Alessandra Campo, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’.
Esiste una filosofia del populismo? Qual è il fondamento speculativo del sovranismo? La tendenza a fare proprie le più sgangherate rivendicazioni antiscientifiche, dal negazionismo climatico alle polemiche sui vaccini; la critica alla ‘casta’ e l’antiparlamentarismo; l’indulgenza verso forme di illegalità di massa; un’insofferenza generalizzata per il sapere e gli ‘esperti’: tutto ciò potrebbe avere radici nel pensiero occidentale moderno?
Sono le domande poste dal volume di Ronchi che individua nella «moderna metafisica della libertà» la matrice concettuale del binomio populismo/sovranismo, che rivela così di avere padri nobili e insospettabili: dal Dostoevskij del sottosuolo al Pasolini corsaro, dall’anarca di Stirner al Bartleby di Melville, senza trascurare la convergenza con le istanze più critiche del postmodernismo.
“Libertà” è la parola d’ordine del populismo sovranista, una libertà esistenziale che sancisce il primato della volontà sull’intelletto. Gli appelli alla razionalità risultano dunque inefficaci nel contrastare i tratti razzisti e fascisti che accompagnano la narrazione populista: la battaglia antifascista deve fondarsi su una libertà reale e non promessa o immaginaria, a partire da una nuova concezione della verità come processo, come divenir vero.
Rocco Ronchi è professore di Filosofia teoretica all’Università dell’Aquila e docente all’IRPA (Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata) di Milano; dirige la scuola di filosofia “Praxis” di Forlì. Si occupa di filosofia francese contemporanea e di autori come William James, Henri Bergson e Alfred North Whitehead, a partire dai quali ha sviluppato un pensiero dell”immanenza assoluta’.