11 Marzo 2025 - 13:11:36
di Martina Colabianchi
Un momento di grande commozione ha avuto luogo all’Università dell’Aquila dove, nell’aula magna del polo di Ingegneria di Roio, si è tenuta la cerimonia di intitolazione dell’edificio B del complesso al professor Luigi Bignardi, ex rettore dell’Università dell’Aquila scomparso lo scorso anno.
Il professore arrivò all’Aquila 1971. Nel 1978 partecipò e diede un contributo fondamentale allo sviluppo della neonata Facoltà di Ingegneria, promuovendo il corso di laurea in Ingegneria meccanica, quello in Ingegneria per l’ambiente ed il territorio e quello in Ingegneria elettronica. Della facoltà di Ingegneria fu anche preside, dal 1982 al 1995, anno in cui divenne rettore, succedendo a Giovanni Schippa e rimanendo in carica fino al 2004. Nel 2011 era stato insignito del titolo di professore emerito.
Bignardi ha lasciato quindi un segno indelebile nella mente e nel cuore dei suoi studenti, e di chiunque ami e abbia lavorato per lo sviluppo e la crescita dell’ateneo aquilano. Un bellissimo e toccante ritratto umano è stato offerto dai presenti alla cerimonia, primi tra tutti il rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse e il giornalista e scrittore Angelo De Nicola, insieme ai direttori dei dipartimenti DICEAA, DIIIE e DISIM Marcello Di Risio, Vincenzo Stornelli e Fabio Graziosi e i professori Giorgio Cau e Roberto Cipollone.

«Ricordando Bignardi dobbiamo riconoscere tanti pregi, a volte forse sottovalutati. Innanzitutto una grande carica umana, un’onestà intellettuale al di là di ogni misura – dichiara Alesse -. Dopodiché, le capacità di innovatore attaccato al suo lavoro, rispettoso delle regole, che ha lavorato fino ad 86 anni ancorato alla sua creatura che era il Distretto per la Sicurezza agroalimentare che io ho voluto mantenere ben oltre i limiti della sua attività ordinaria di professore. È stata una persona importante per l’ateneo, non solo per la facoltà di ingegneria che in parte oggi dedicheremo alla sua memoria, ma più in generale per lo sviluppo e la crescita dell’Università dell’Aquila in quel periodo storico in cui è stato possibile farlo. Per me è stato un amico sincero, affettuoso e sempre vicino nei momenti di difficoltà. Quindi, un ricordo davvero piacevole che mi onoro di celebrare oggi con questa intitolazione».
Personale e toccante il ricordo che il professor Roberto Cipollone ha voluto condividere ai microfoni di LaQtv:
«Il primo carattere che io ricordo di lui è la generosità, che significa il sacrificio per formare i suoi allievi. Lui aveva già maturato il ruolo di direttore, di preside, di rettore dell’Università e quindi i nostri incontri, ricordando che la mia carriera si è basata quasi esclusivamente sulla base delle attività che abbiamo svolto insieme, erano la sera, la notte, nelle feste comandate e non. Erano la domenica mattina, si chiudeva spesso il sabato notte e si ricominciava il giorno dopo. Il professore sentiva profondamente vero il fatto che il suo modo comportamentale, di pensare e di immaginare l’Università, dovesse essere tramandato in qualche modo. Il suo ruolo, oltre che di grande manager dell’Università, e questa facoltà è nata con lui in fondo, si arricchiva anche di questa sua primaria funzione che era la formazione dei giovani, missione che noi oggi un po’, a volte, sacrifichiamo».