14 Marzo 2025 - 19:13:25

di Tommaso Cotellessa

Nel corso della seduta del Consiglio regionale, l’assise abruzzese ha approvato il progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale che individua aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, semplificando i procedimenti autorizzativi secondo la normativa vigente e in attuazione delle direttive europee.

Quando si fa riferimento alle energie di fonte rinnovabile, così come sancito dal decreto legislativo n. 199 del 2021, si fa riferimento all’energia eolica, solare, termico e fotovoltaico, e geotermica, energia dell’ambiente, energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina, energia idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas. Così come stabilito di concerto con l’Unione Europea, l’Italia si impegna a a “conseguire un obiettivo minimo del 30 per cento come quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo”, con la missione, entro il 2030, di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990. Al fine di perseguire questo obiettivo ogni regione deve raggiungere determinati obiettivi.

Per l’Abruzzo l’obiettivo è quello di raggiungere i seguenti livelli di produzione annuale, indicati in megawatt (MW): 640 (annualità 2025); 860 (annualità 2026); 1.086 (annualità 2027); 1.350 (annualità 2028); 1.648 (annualità 2029); 2.092 (annualità 2030).

E’ in quest’ottica che il provvedimento approvato dall’assemblea legislativa stabilisce che gli impianti necessari all’approvvigionamento di energia rinnovabile possono sorgere: nei siti già occupati da impianti esistenti, per interventi di potenziamento o ricostruzione con aumento massimo del 20% dell’area occupata; nelle aree soggette a bonifica ambientale e cave e miniere dismesse o ripristinate; nelle discariche chiuse o ripristinate; nelle aree agricole per impianti fotovoltaici a terra; nei siti nelle disponibilità di Ferrovie dello Stato, autostrade e aeroporti; nelle zone agricole per impianti di biometano, situate entro 500 metri da aree industriali, artigianali o commerciali; nelle aree lungo le infrastrutture stradali e autostradali, fino a 300 metri dal ciglio della strada e sulle Coperture di edifici produttivi, residenziali e rurali.

Restano invece escluse: le aree protette e beni sottoposti a vincolo paesaggistico; la Rete Natura 2000 e parchi naturali regionali e nazionali; i boschi e aree agricole vincolate da contributi pubblici; i terreni con colture permanenti come vigneti, frutteti, tartufaie e oliveti con densità superiore a 100 piante per ettaro e superficie oltre i 5.000 mq nonché l’intera area del Fucino.

«E’ una norma equilibrata che apre alla crescita nella produzione delle energie rinnovabili, con particolare attenzione alla valorizzazione dell’autoconsumo – commenta il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo Lorenzo Sospiri – Sono state ascoltate tutte le categorie interessate – aggiunge – sia del mondo agricolo e industriale che dell’ambientalismo. La legge consentirà di incrementare la produzione delle rinnovabili verso gli obiettivi nazionali ed europei. Siamo la terza Regione in Italia ad approvare questo tipo di norma – conclude – con una grande attenzione alla tutela del paesaggio e dell’immenso patrimonio naturalistico della nostra Regione».

La norma è passata nonostante l’astensione compatta delle opposizioni che spiegano:

«Grazie al nostro intervento –commentano i consiglieri regionali di opposizione – è stata migliorata una norma di fondamentale importanza per il nostro territorio. L’obiettivo per noi è sempre stato quello di offrire all’Abruzzo un testo chiaro e inequivocabile, che guardasse al futuro in chiave green, ma che contestualmente non abbandonasse la nostra storia e le nostre tradizioni di cura e tutela dell’ambiente alla mercè di installazioni selvagge e incontrollate. Abbiamo quindi lavorato su degli emendamenti di merito, ottenendo così per il comparto agricolo del Fucino una legislazione speciale, che lo tutela dalla nascita incontrollata di impianti, ma che al contempo consente alle aziende la realizzazione di sistemi di autoconsumo al fine di abbattere i costi dell’energia. L’autoconsumo è stato, poi, garantito sull’intero territorio regionale anche con l’ausilio delle comunità energetiche rinnovabili. Ulteriore salvaguardia è stata riservata agli uliveti e ai vigneti, al fine di garantire le produzioni di qualità dei nostri territori e, infine, è stato inserito, sempre grazie a un nostro emendamento, un obbligo di monitoraggio costante al fine di stilare un report annuale sulle modalità di attuazione e sugli obiettivi raggiunti a livello comunale, provinciale e regionale. Siamo soddisfatti di questi interventi che nascono dal frutto di un attento ascolto dei territori, dei portatori di interesse e dei sindaci, pur consapevoli che la norma poteva essere migliorata. Le opposizioni oggi dimostrato di avere un atteggiamento responsabile e una visione chiara del territorio, la stessa cosa non possiamo dire del centrodestra, che anche su una norma così importante ha generato enorme confusione ed è stata ostaggio di un tira e molla, probabilmente dovuto a lotte intestine della maggioranza» così concludono.