14 Marzo 2025 - 18:17:09

di Tommaso Cotellessa

L’ex sindaco di Sulmona Bruno Di Masci è stato condannato condannato dal Tribunale di Sulmona per aver leso il rispetto e la dignità della consigliera comunale Roberta Salvati, definita con insulti sessisti dall’ex sindaco nel corso di una telefonata.

La pena inflitta a Di Masci consiste in una multa di 900,00 euro alla quale si aggiunge il pagamento delle spese processuali, inoltre l’entità del danno, di natura non patrimoniale, sarà determinata in via equitativa in sede civile.

I fatti risalgono al 2018, quando Di Masci nel corso di una telefonata definì, alla presenza di altre persone, la consigliera Salvati con insulti sessisti, utilizzando frasi come “Quella zoccola della Salvati e Dio ci salvi dalla Salvati”. L’utilizzo di epiteti di tal genere venne ripreso in un video e diffuso su WhatsApp fino ad arrivare alla diretta interessata, la quale ha immediatamente denunciato l’accaduto al Giudice di Pace di Sulmona.

Tuttavia in questa prima fase processuale venne definita l’insussistenza del fatto, così sancendo che espressioni come fossero utilizzabili nel contesto del dibattito politico. Tuttavia, tale decisione è stata successivamente ribaltata con la sentenza emessa il 20 febbraio 2025, dal Giudice del Tribunale di Sulmona, Dott.ssa Francesca Pinacchio, che ha invece riconosciuto la gravità e la rilevanza penale dell’accaduto. Il documento infatti ha sancito che il comportamento di Bruno Di Masci non era giustificabile, poiché lesivo del rispetto e della dignità della persona offesa dal reato.

Roberta Salvati ha commentato questa sentenza, definendola una sentenza esemplare:

«La mia profonda fiducia nella giustizia è stata ripagata e non posso sfuggire alla considerazione che la presenza sul territorio del Tribunale di Sulmona costituisce un’essenziale presidio di legalità e di garanzia per tutta la comunità. Un ringraziamento particolare va ai miei avvocati, Tommaso Marchese e Donatello Gentile, per il loro impegno e la loro professionalità. Questa sentenza mette un punto ad una vicenda dolorosa che per anni ha causato sofferenza a me e alla mia famiglia. Purtroppo, in questi anni non c’è mai stato un momento di vera consapevolezza da parte di Bruno Di Masci sulla gravità delle sue parole, né sono mai giunte le sue scuse. Oggi mi sento serena, perché so di aver contribuito, nel mio piccolo, a lanciare un messaggio chiaro: bisogna denunciare le ingiustizie e non bisogna mai accettarle passivamente. La mia battaglia non è stata solo per me stessa, ma per tutte le donne che subiscono offese e discriminazioni. Infine, desidero rendere noto che devolverò parte del risarcimento in beneficenza. Sento di dover trasformare questa esperienza in qualcosa di positivo, in un atto di solidarietà, a sostegno di chi ne ha bisogno».

Anche il coordinatore regionale della Lega Vincenzo D’Incecco è intervenuto per commentare la vicenda, affermando che si chiude finalmente una vicenda molto triste.

Con le motivazioni rese note dal Tribunale di Sulmona si chiude una vicenda molto triste, che desta ancora sdegno e che non finiremo mai di condannare. Nel confronto politico il rispetto verso l’avversario non deve venir mai meno. Il dibattito deve rimanere civile e rispettoso. Alla collega Roberta Salvati torniamo ad esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza oltre che un ringraziamento per la battaglia che ha condotto in questi anni per sé ma anche per tutte le donne, che subiscono offese, ottenendo giustizia“.