16 Marzo 2025 - 12:43:03
di Redazione
«Le criticità occupazionali, le condizioni di lavoro instabili e la carenza di personale degli uffici postali della provincia di L’Aquila stanno diventando una preoccupante consuetudine, anziché un fenomeno temporaneo. Gli uffici postali non possano essere penalizzati da una gestione incongruente basata su logiche emergenziali e temporanee».
A lanciare l’allarme per gli uffici postali provinciali è il segretario provinciale di Ugl-Comunicazioni
Roberto Montagnani.
La situazione attuale è aggravata dagli esodi incentivati che hanno ridotto il fabbisogno di personale del 35% e le assunzioni previste dalle politiche attive sono talmente irrisorie che non coprono tutti gli uffici. Dei 107 uffici postali della provincia circa 70 hanno un solo dipendente, denuncia Ugl.
«Per riuscire a tenere aperti gli sportelli nei piccoli Comuni devono spesso mandare dipendenti dagli uffici grandi con inevitabili disagi per gli stessi, affidando la gestione operativa di molti uffici a un numero ristretto di dipendenti. Questi ultimi sono costretti a lavorare non riuscendo a rispettare l’orario di lavoro per carichi di lavoro e responsabilità superiori alle normali aspettative – prosegue – Ciò che inizialmente doveva essere una soluzione temporanea per affrontare malattie e ferie, con l’aumento degli esodi incentivati si è trasformata in una prassi abituale, evidenziando un cronica insufficienza di personale. Il risultato è un crescente carico di stress per i lavoratori e un deterioramento della qualità dei servizi offerti. Anche le condizioni lavorative dei portalettere è diventata critica, costretti a fronteggiare quotidianamente condizioni di lavoro estremamente disagiate».
«In particolare – conclude – i lavoratori devono adattarsi ad un flessibilità oraria e carichi di lavoro indefiniti. Considerato il perdurare di tale situazione di forte criticità nella provincia dell’Aquila, non vorremmo pensare che ci sia una volontà di deprimere i servizi e il personale al fine di avere libertà di ridurre posti di lavoro e trasferimento di settori lavorativi in altre realtà penalizzando ulteriormente la provincia di L’Aquila. Questa situazione crea un ambiente di precarietà che ostacola i lavoratori nel far prevalere i propri diritti, dando origine ad un ciclo di sfruttamento e incertezze professionali facendo sentire i dipendenti intrappolati in una spirale di insicurezze e disagio psichico e fisico»