17 Marzo 2025 - 11:31:53

di Redazione

«Uno scandalo peggiore di questo non si poteva immaginare: gli abruzzesi sono costretti ad avere uno dei peggiori sistemi sanitari d’Italia (l’Abruzzo è terzultimo secondo il Ministero della Sanità!)) e come se non bastasse subiranno il più alto aumento delle tasse possibile. Che vergogna!».

Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci che parla di una «scellerata gestione di Marsilio, Verì e Quaglieri».

«In pochi anni ha distrutto la sanità abruzzese peggiorando le prestazioni, aumentando le liste d’attesa, costringendo gli abruzzesi a non curarsi o a farlo andando fuori regione, non ha investito in strutture, personale e tecnologie, addirittura i pazienti devono portarsi da casa le medicine, e pur avendo a disposizione i fondi dell’emergenza Covid e del Pnrr, è riuscita a portare il debito sanitario a quasi 200 milioni di euro! Duecento milioni in pochi anni, dopo che le Giunte precedenti di Chiodi e D’Alfonso erano riusciti ad abbatterlo e a porre fine al Commissariamento», aggiunge.


Pietrucci parla «di un fallimento completo che pagheranno gli abruzzesi col più alto aumento di tasse possibile. Infatti, quando si crea un disavanzo nella gestione delle ASL, entro il 30 aprile dell’anno successivo la Regione deve garantire la copertura integrale del debito con fondi propri di bilancio. Lo scorso anno, per coprire il disavanzo delle Asl, la Regione ha speso 70 milioni di euro. Quest’anno dovrà spenderne 90. E indovinate chi caccerà questi soldi? Gli abruzzesi. Con l’aumento dell’addizionale regionale all’Irpef, che inciderà sui redditi superiori ai 28 mila euro annui: un raddoppio delle tasse a danno del ceto medio con aumenti fino a 100 euro al mese!».

Sulla questione sono intervenuti anche il capogruppo Pd Silvio Paolucci e il consigliere regionale Vincenzo Menna.

«In un solo anno abbiamo avuto l’aumento delle tariffe del Trasporto pubblico locale e il raddoppio dell’Irpef per due servizi i trasporti e la sanità che nonostante l’impegno dei lavoratori sono considerati tra i peggiori. I responsabili di questo scandalo hanno nome e cognome e si chiamano: Nicoletta Verì che ha fatto affondare la Sanità abruzzese e nascosto il buco di bilancio; Mario Quaglieri che finanzia piscine, cimiteri, tornei di biliardino, contributi vari, crea imbarazzo alla maggioranza perché non viene mai, delega tutto alla parte burocratica perché non sa le cose, non viene in commissione perché in vacanza, sulle delibere sulla sanità è sempre assente perché ha paura della incompatibilità. Direi che si guadagna sul campo il titolo di ‘uomo delle tasse’ Marco Marsilio che si fa i video mentre taglia la legna o si diverte al punching-ball e nel frattempo condanna gli abruzzesi a non curarsi e a pagare più tasse di tutti gli italiani. Persone che fanno più danni di un uragano. Di fronte a tanta incapacità le dimissioni sono la cosa più dignitosa che possano fare».

«Ci risiamo, l’Abruzzo dovrà decidere ancora una volta su come rientrare dal debito sanitario. 57 milioni, a tanto ammonterebbe il debito della sanità abruzzese che deve essere ripianato per non essere nuovamente commissariati – dichiara il presidente regionale di Italia Viva Camillo D’Alessandro -. Il presidente Marsilio, per la prima volta dopo mesi, non esclude l’ipotesi di aumentare le tasse agli abruzzesi per ripianare le passività».

«La soluzione indicata prevede l’aumento dell’addizionale IRPEF: primo scaglione all’1,73% per redditi fino a 28.000 euro, ma il secondo e terzo scaglione (cioè da 28.000 a 50.000 e oltre i 50.000 euro) passerebbe rispettivamente a 2,63 e 3,33 per cento. Ma, chi ha contribuito maggiormente a formare il suddetto debito? Visto che le Asl hanno bilanci autonomi, chi tra le quattro è più responsabile? E chi lo è stato, in passato? Italia Viva pone queste domande perché gli abruzzesi devono sapere chi ha maggiormente prodotto il debito e in che misura rispetto al totale. I direttori generali delle 4 Asl rimarranno tutti e 4 al loro posto come se nulla fosse?».

«Ma, oltre al danno, pure la beffa – prosegue D’Alessandro -. Tutte le misure messe in campo per risanare il debito come i tagli alle prestazioni, ai servizi sanitari ed ai farmaci, alla fine hanno costretto gli abruzzesi ad andare a curarsi fuori Regione o nella peggiore delle ipotesi a rinunciare addirittura alle cure. Sei anni di bugie e menzogne in cui il Presidente Marsilio e la sua maggioranza hanno addirittura parlato di un modello all’avanguardia osservato anche dalle altre Regioni».

«Alla fine a fare le spese dell’incapacità di questa giunta regionale di governare l’Abruzzo sono solo i cittadini abruzzesi che pagheranno di tasca propria il sacrosanto diritto alla salute. Prima delle tasse si potrebbe capire in molti settori come vengono spesi i soldi regionali ? Quante risorse sono bruciate sull’altare del consenso rispetto ai costi che subiranno famiglie e imprese?», conclude il presidente regionale di Italia Viva.

«Quello che sta per accadere in Abruzzo è un monumentale e indecente insulto a cittadine e cittadini. Dopo aver ridotto la sanità ai minimi termini, senza farmaci, senza personale, e con un debito di 200 milioni e dopo aver distribuito mance e mancette ad amici e amici degli amici, ora Marsilio si appresta a raddoppiare le tasse sugli abruzzesi. Si potrebbe arrivare fino a 100 euro al mese in più di addizionale regionale IRPEF: è uno scandalo».

Queste le dure dichiarazioni del senatore del Partito democratico Michele Fina, in merito all’annunciato aumento delle tasse regionali per ripianare il debito della sanità. «Ma come si fa a diminuire i servizi e nello stesso tempo a generare un debito di 200 milioni? Semplice: usando i soldi solo per beneficiare i portatori di preferenze. Ci volevano Marsilio e Fratelli d’Italia per assistere a questa situazione incredibile che scaricherà sui contribuenti abruzzesi anni di gestione clientelare».

«Il prossimo 10 aprile il tavolo ministeriale di monitoraggio nominerà un commissario per il ripiano del debito se Marsilio non porterà a Roma soluzioni concrete per portare in pareggio il bilancio sanitario e così la maggioranza di centrodestra, tra molte divisioni e tensioni, si prepara ad una manovra fiscale pesantissima. Tutto questo perché lo stesso Ministero, governato sempre dalla destra, non può che bocciare sonoramente la Giunta Marsilio. L’addizionale IRPEF potrebbe aumentare dal 1,73% al 3,33% e anche il bollo auto e l’Irap potrebbero subire aumenti come annunciato dal Presidente della Regione: così, dopo 6 anni di governo regionale della destra, sarà chiaro a tutti dove ci hanno portato».

«Nessun nuovo ospedale, liste d’attesa infinite, hackeraggio dei sistemi informatici, una gestione della pandemia fallimentare e ora anche il rischio di commissariamento da parte del Ministero della Sanità con aumento al massimo livello delle tasse. Fermatevi! L’Abruzzo non merita tutto questo!», conclude il senatore Dem.

Albano e Avellani (Pd L’Aquila): «Silenzio assordante di Biondi e esponenti aquilani del centrodestra»

«Silenzio. Assordante silenzio. Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, presidente del Comitato ristretto dei sindaci della provincia, presidente di Anci Abruzzo nonché responsabile nazionale Enti locali di Fratelli d’Italia, sui suoi social negli ultimi giorni ha trovato il tempo di festeggiare il compleanno dell’Italia, celebrare la finta unità della destra verso le elezioni comunali di Sulmona, citare Vecchioni ai cento giorni dalla maturità di diplomande e diplomandi; non ha trovato il modo, però, di commentare il report del Ministero della Sanità, che certifica come l’Abruzzo abbia tra i peggiori sistemi sanitari d’Italia a fronte di un debito, maturato negli anni di gestione di Fratelli d’Italia, che fa tremare i polsi».

Così il segretario Pd della provincia dell’Aquila Stefano Albano e il segretario cittadino Nello Avellani.

«Chissà se farà sentire la sua voce ora che si paventa un aumento dell’addizionale Irpef al 3,33% per coprire il buco di bilancio generato dalla mala gestio dei suoi sodali in Regione, il più alto aumento delle tasse possibile che significherà una mazzata per le abruzzesi e gli abruzzesi, in particolare delle aree interne, già vessati dalle inefficienze di un sistema sanitario che li costringe a rivolgersi ai privati o a viaggiare fuori Regione per avere le cure di cui hanno bisogno. Una vergogna indicibile: parliamo di un possibile aumento fino a 100 euro al mese della tassazione per il ceto medio abruzzese».

«Chissà se faranno sentire la loro voce gli assessori regionali espressione del nostro territorio, il vicepresidente della Giunta Emanuele Imprudente e Roberto Santangelo; chissà se dirà qualcosa la consigliera Carla Mannetti. La destra di Marsilio, Verì e Quaglieri, la filiera di Fratelli d’Italia che da Roma sta strangolando l’Abruzzo, ha distrutto la sanità pubblica peggiorando le prestazioni, aumentando le liste d’attesa, disinvestendo in personale e tecnologie, per non parlare della fatiscenza delle strutture, generando un debito di quasi 200 milioni di euro che, ora, intende far pagare alle cittadine e ai cittadini».

«E Biondi tace, – proseguono – preferendo la disciplina di partito per ottenere – prima o poi – un posto al sole a Roma, piuttosto che sbattere i pugni per difendere le abruzzesi e gli abruzzesi, ed in particolare le cittadine e i cittadini delle aree interne che, più degli altri, pagheranno i disastri del governo di centrodestra. E tacciono gli esponenti in Regione del nostro territorio. Silenzio».

«D’altra parte, in un solo anno abbiamo avuto l’aumento delle tariffe del Trasporto pubblico locale e il raddoppio dell’IRPEF per due servizi – i trasporti e la sanità – che nonostante l’impegno dei lavoratori sono considerati tra i peggiori d’Italia. Che aspetta Biondi a far sentire la sua voce? Che aspetta Marsilio a dare le dimissioni e a dedicarsi, quotidianamente e non solo nel fine settimana, al taglio dell’erba e della legna? Attendiamo un sussulto di dignità. Altrimenti, il PD è pronto alla mobilitazione, a tutti i livelli», concludono Albano e Avellani.