Diritto all’Aborto, Giovani Democratici: “sia garantito il diritto sancito dalla legge 194 in Abruzzo, chiesto intervento dei consiglieri regionali”

17 Marzo 2025 - 16:18:16

Il 12 marzo, come racconta il Collettivo Zona Fucsia, una donna si è
recata presso l’Ospedale di Vasto per richiedere un’interruzione
volontaria di gravidanza (IVG), ma sarebbe stata accolta con un
trattamento inaccettabile. Secondo quanto riferito, la paziente sarebbe
stata isolata in un corridoio, oggetto di sguardi giudicanti, e le
sarebbero state fornite informazioni false e ideologiche. In
particolare, la caposala le avrebbe detto che l’aborto non era possibile
“perché bisognava prima sentire il battito del feto” e che “era troppo
presto” per intervenire.

“Queste affermazioni sono scientificamente errate e gravi – sostengono i
Giovani Democratici Abruzzo – L’interruzione della gravidanza è legale e
possibile anche nelle prime settimane, molto prima che si possa rilevare
un battito cardiaco, che in quel periodo è solo un’attività elettrica,
non un cuore che pompa sangue. Pertanto, l’affermazione che fosse
“troppo presto” per procedere è completamente infondata. Queste
dichiarazioni non sono un caso isolato, ma evidenziano un problema
sistemico nelle strutture sanitarie, dove l’obiezione di coscienza e le
convinzioni personali di alcuni operatori sanitari spesso ostacolano
l’accesso all’IVG, ignorando la Legge 194/78 che garantisce questo
diritto”.

Il primario dell’Ospedale di Vasto, ha smentito quanto denunciato,
sostenendo che la donna è stata trattata “come tutte le altre” e che le
informazioni ricevute erano corrette. Ha poi aggiunto che, a causa della
carenza di medici non obiettori, l’ospedale ha temporaneamente sospeso
la possibilità di praticare l’aborto.

“Questa giustificazione mette in luce una carenza di personale non
obiettore, facendo di fatto di un diritto un privilegio riservato a
poche e rendendo impossibile avere accesso a un diritto – proseguono le
e i Giovani Dem – La situazione denunciata non riguarda solo l’Ospedale
di Vasto, ma riflette un fenomeno più ampio di resistenza
all’applicazione della Legge 194 in Abruzzo. La carenza di medici non
obiettori e la diffusa disinformazione stanno creando ostacoli concreti
per le donne abruzzesi che cercano di accedere a questa pratica
sanitaria, compromettendo gravemente la loro libertà di scelta e la loro
salute. È fondamentale che il sistema sanitario pubblico abruzzese
garantisca il rispetto della legge e l’accesso equo ai servizi previsti,
senza influenze ideologiche da parte degli operatori. Il diritto
all’aborto è sancito dallo Stato e deve essere tutelato in modo
imparziale e professionale in ogni ospedale, senza che convinzioni
personali possano compromettere il diritto delle donne a decidere sul
proprio corpo e sulla propria vita. Non possiamo più tacere su questo
clima reazionario e lesivo dei diritti delle donne così come garantiti
dalla legge 194. Per questo l’8 marzo abbiamo partecipato al grande
corteo transfemminista di Pescara. Continueremo a lottare nelle piazze e
nelle istituzioni e chiediamo che si sommi l’intervento in Consiglio
Regionale dei consiglieri del Patto per l’Abruzzo, per portare nelle
istituzioni un caso tanto grave”.