18 Marzo 2025 - 11:27:40

di Martina Colabianchi

Gli avvocati Alessandro Casoni, Wania Della Vigna e Rosanna Polini, difensori di alcune parti civili nel processo per la tragedia dell’Hotel Rigopiano del 18 gennaio 2017, alla luce delle motivazioni dei giudici di Cassazione alla sentenza del 3 dicembre 2024, hanno diffuso una lunga nota per puntualizzare su alcune notizie a commento, a parer loro, inesatte.

«I nostri assistiti, familiari delle vittime di Rigopiano – scrivono – ci hanno posto molte domande dopo la diffusione di quelle notizie, che obiettivamente non possiamo ritenere corrispondenti al vero rispetto al contenuto della sentenza della Sesta Sezione della Corte di Cassazione».

In particolare, gli avvocati ritengono che «siano inesatte certe affermazioni secondo cui le indagini della Procura della Repubblica di Pescara sarebbero state completamente errate o sbagliate, suggerendo addirittura la necessità di indagare su ulteriori posizioni, come nel caso ‘Garlasco’». Casoni, Della Vigna e Polini ritengono «tali notizie totalmente prive di ogni fondamento, foriere di turbamento per i nostri assistiti, già provati dalla dolorosa vicenda. Al contrario, la sentenza della Cassazione – sottolineano – censurando le pronunce dei giudici precedenti, focalizzatisi soltanto sull’emergenza, anziché sulla prevenzione, ha pienamente confermato la validità delle indagini svolte, ribadendo un principio fondamentale: la tragedia di Rigopiano poteva essere evitata. Il tutto sintetizzato nella mancata predisposizione della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga (CLPV)».

Inoltre, «è importante sottolineare – scrivono ancora – come il contenuto della sentenza abbia evidenziato le criticità nella gestione della viabilità provinciale. Il procedimento giudiziario non si conclude qui, ma proseguirà con l’appello bis a Perugia e, potenzialmente, con un ulteriore ricorso in Cassazione e, successivamente, con un eventuale processo civile».

La Cassazione ha trasmesso con urgenza, in data 13 marzo, tutti gli atti alla Corte d’Appello di Perugia.

«Come difensori delle parti civili – concludono Casoni, Della Vigna e Polini – riteniamo fondamentale perseguire l’accertamento della verità dei fatti e comprendere le cause che hanno portato al decesso di dipendenti e ospiti dell’Hotel. Tuttavia, respingiamo fermamente ogni forma di allarmismo indiscriminato, così come la ricerca di ulteriori soggetti responsabili estranei al processo, non contemplati nei capi d’imputazione della pubblica accusa; poiché, come parti civili, soltanto con essi ci si può regolare nel processo penale».