19 Marzo 2025 - 12:43:19

di Martina Colabianchi

Prosegue il cammino dell’edizione 2025 del Premio nazionale di cultura intitolato a Benedetto Croce, che ha fatto tappa al Convitto Nazionale Domenico Cotugno dell’Aquila per presentare, ai giovani presenti che faranno parte della giuria popolare insieme ad altre 45 scuole ubicate in Abruzzo e non, le terne di libri finaliste del premio.

Nel 2025, lo ricordiamo, per la sezione Narrativa concorreranno Luigi Manconi con “La scomparsa dei colori” (Garzanti), Simona Dolce con “Il vero nome di Rosamund Fisher” (Mondadori) e Lucia Tancredi con “Ogni cosa è per Giulia” (Ponte alle Grazie).

Per la sezione Saggistica i finalisti sono Valeria Deplano e Alessandro Pes con “Storia del colonialismo italiano” (Carocci), Marcello Flores e Mimmo Franzinelli con “Conflitto tra poteri” (Il Saggiatore) e Marzio Breda e Stefano Caretti con “Il nemico di Mussolini” (Solferino).

Per la sezione di Letteratura giornalisticaFrancesca Mannocchi con “Sulla mia terra” (De Agostini), Benedetta Tobagi con “Le stragi sono tutte un mistero” (Laterza) e Monica Maggioni con “Spettri” (Longanesi).

Le giurie, composte anche da tre penitenziari (Sulmona, Pescara e Teramo), tre università della terza età (Popoli, Sulmona e Lanciano), le associazioni del Comune di Pescasseroli e quelle ubicate tra Torino e la Calabria, hanno tempo fino a giovedì 22 maggio, quando il loro giudizio dovrà essere comunicato nel corso dell’assemblea che avrà luogo al Parco della Scienza di Teramo.

La giuria presieduta da Dacia Maraini, infine, esaminerà le loro indicazioni e decreterà i vincitori dell’edizione 2025 che verranno premiati a Pescasseroli il 26 luglio.

«Il nostro obiettivo è quello di far conoscere il personaggio Croce, ed è molto difficile perché un conto è essere un poeta come era Gabriele D’Annunzio, o un romanziere come era Silone, e un conto è essere un filosofo e storico – spiega Pasquale D’Alberto, coordinatore del comitato organizzatore del Premio -. Io credo che la cosa fondamentale sia utilizzare il pensiero di Croce per capire la modernità. Quello che sta accadendo in Europa in questo periodo è drammatico e il pensiero di Croce, soprattutto il libro “Storia d’Europa del secolo decimonono”, è una Bibbia che ci può sempre aiutare a comprendere i problemi dell’oggi».

La tappa del Premio all’Aquila non può non far guardare in prospettiva al prossimo anno, il 2026, quando il capoluogo di Regione sarà Capitale Italiana della Cultura. L’anno prossimo, questo l’annuncio di D’Alberto, l’assemblea conclusiva delle giurie popolari si svolgerà proprio all’Aquila.