21 Marzo 2025 - 12:50:07

di Martina Colabianchi

«La vicenda del ragazzo quattordicenne perseguitato dopo aver fatto il suo coming-out come persona bisessuale, le imprecisioni e il modo in cui è stato riportato l’accaduto da alcune testate giornalistiche, le vicende che hanno interessato componenti della maggioranza al Consiglio regionale in particolar modo il governatore Marsilio e la consigliera Mannetti, tutto questo – per quanto sembri distante – porta con sé invece i medesimi segni di un contesto sociale e culturale fortemente caratterizzati da una visione violenta e prevaricatrice del mondo. In una parola sola: bullismo, con cui sia i compagni di scuola del giovane sia Marsilio pensano di poter agire nei confronti del prossimo».

Così, in una nota, il segretario regionale del Partito Democratico Daniele Marinelli e Marielisa Serone D’Alò, responsabile del dipartimento Diritti del Pd Abruzzo.

«Il caso dello studente discriminato mette in luce la necessità di una maggiore sensibilizzazione e educazione riguardo al bullismo e alla diversità nelle scuole, per prevenire simili episodi in futuro. È fondamentale che le vittime di bullismo ricevano supporto adeguato da parte di adulti e professionisti, per aiutarle a superare queste esperienze traumatiche. È altresì fondamentale che anche i mezzi di comunicazione siano pronti a raccontare quello che accade alla vita delle persone in modo adeguato. Il coming out è una cosa diversa dall’outing, e dirsi bisessuale non equivale a dichiararsi gay. La formazione serve nelle scuole, ma anche negli ordini professionali e in ogni circostanza che comporti un rapporto ravvicinato con le persone e le loro vicende più personali e intime».

«Il giovane malmenato per aver fatto il suo coming out, – proseguono – cioè per aver socializzato la sua bisessualità, pensava di poter fruire di quella libertà che non giace nelle mani di qualche maleducato e insensibile, ma nelle parole della Costituzione, come ci ha ricordato due giorni fa il professor Angelo Schillaci durante una formazione su “Diritti sociali e diritti civili, un abbraccio che profuma di lotta alle diseguaglianze e futuro”. Lo stesso vale per la consigliera Mannetti, rea di aver osato esprimere la sua opinione in un’intervista, tanto da sentirsi dire dal governatore in carica “alla prossima intervista ti prendo a calci nel …”».

«Non siamo qui per valutare l’operato della giudice, che si pone nell’alveo di quell’orientamento riparativo e non solo punitivo nel quale ci riconosciamo specie quando si tratta di giovanissime persone. Siamo qui per ribadire il valore fondante dell’educazione e della prevenzione come azioni socialmente rilevanti. Educazione e formazione che necessitano di un orientamento libero dai pregiudizi sull’orientamento e l’identità di genere, così come sul valore intrinseco della presenza delle donne nel mondo della politica, che non possono essere accompagnate mai – e sottolineiamo mai – da modi maschilisti violenti e prevaricatori come quelli usati dal governatore Marsilio», concludono Daniele Marinelli e Marielisa Serone D’Alò.