23 Marzo 2025 - 10:37:01
di Tommaso Cotellessa
Il settore delle costruzioni guarda con attenzione ai dati del 2024, un anno che ha visto una crescita rispetto al precedente, ma con un evidente rallentamento nella seconda metà dell’anno. L’andamento del comparto, seppur positivo, rischia di subire un’ulteriore frenata nel prossimo futuro a causa dell’esaurimento di alcune misure di sostegno.
Secondo i dati diffusi dall’Ance, il 2024 ha registrato una flessione degli investimenti in costruzioni del -5,3% rispetto al 2023. Dopo il boom del triennio 2021-2023, si tratta del primo calo, un segnale da monitorare con attenzione. Il settore può ancora contare su un aumento del 21% nelle opere pubbliche e nei progetti legati al PNRR, ma il comparto residenziale mostra difficoltà: la manutenzione straordinaria ha subito un crollo del 22% a causa della cancellazione del superbonus 110%, mentre la nuova edilizia abitativa ha registrato un -5,2%.
Questi dati hanno avuto ripercussioni anche sull’economia nazionale, con il PIL fermo a un +0,5% nel quarto trimestre, un valore dimezzato rispetto alle previsioni iniziali.
In controtendenza rispetto al panorama nazionale, l’edilizia abruzzese ha mostrato una maggiore stabilità. I dati delle Casse Edili, che monitorano massa salari, operai, ore lavorate e imprese attive, evidenziano una crescita, sebbene con un ritmo inferiore rispetto al 2023. Anche in Abruzzo, però, si è registrata una flessione nella seconda metà dell’anno.
A sostenere il comparto regionale è il lavoro legato alle due ricostruzioni post-sismiche e agli interventi finanziati dal Fondo Complementare per il rilancio economico e sociale. Inoltre, l’Abruzzo si distingue per un alto utilizzo del superbonus 110%: mentre la media nazionale si attesta al 5,8%, la regione ha raggiunto il 6,4% degli edifici beneficiari.
Sul fronte delle opere finanziate dal PNRR, l’Abruzzo è in linea con la media nazionale, con il 38% dei cantieri aperti. Tuttavia, la regione è leggermente indietro rispetto al Nord (42%) e al Centro (40%), mentre il Sud sconta tempi più lunghi dovuti all’elevato importo dei lavori. Nel 2025 si prevede un’accelerazione dei progetti PNRR, grazie anche all’intervento del Decreto MEF del 7 dicembre scorso, volto a risolvere problemi di liquidità e semplificare le procedure di controllo.
Enrico Ricci, presidente di ANCE Abruzzo, ha espresso un cauto ottimismo: «Il nostro settore beneficia ancora dell’opera di ricostruzione post-sisma, che ha margini di crescita sia per gli interventi del 2016 sia per quelli pubblici del 2009 non ancora completati. Il PNRR garantirà lavoro fino al 2026, ma è già tempo di pensare al futuro».

Ricci ha poi sottolineato alcune criticità da affrontare: «Bisogna aggiornare il prezzario unico del Cratere, fermo al 2022, e prevedere la possibilità di contabilizzare nel 2025 i lavori legati al superbonus, con una chiusura definitiva entro il 2026. Inoltre, per mantenere gli attuali livelli di crescita e contrastare la frenata del settore, è fondamentale accelerare l’attuazione dei programmi finanziati da FESR, FSC e dai fondi per la difesa del suolo».
L’edilizia rimane un volano essenziale per l’economia, come dimostrato nel periodo post-pandemia. Il rallentamento della crescita impone interventi mirati per garantire stabilità e sviluppo, evitando che il settore entri in una fase di contrazione più marcata.