24 Marzo 2025 - 11:33:59
di Redazione
«E’ una legge che ha una sola valenza etica e sociale e in termini di sussidiarietà. Questa è la legge più etica di tutte che fa capire alla gente, modificando così il trend culturale, che nel momento stesso in cui disdici una visita, quello slot che hai liberato è a disposizione di un altro».
Lo ha detto il manager della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila Ferdinando Romano, audito nel corso del Consiglio comunale aperto di questa mattina sulla sanità, in riferimento al recupero crediti delle prenotazioni cup, riguardanti prestazioni sanitarie non più usufruite.
«Liberare uno slot significa che un altro ha una possibilità di farsi visitare anche per visite salvavita – ha aggiunto – E’ fondamentale che le disdette portino a liberare posti per altri e riduce. Questo, peraltro, riduce le liste di attesa».
Romano ha poi sottolineato come dal 2023 al 2024 le disdette siano aumentate del 25% e come l’operazione sia cominciata con una ricognizione nel 2022.
«Il dato rende evidente come con questo sistema 21mila cittadini hanno avuto la possibilità di anticipare le loro visite e fare visite negli slot liberati da chi ha disdetto», ha precisato ancora Romano.
Il recupero dei crediti da parte della Asl che ha interessato finora migliaia di cittadini, è stato al centro, nei giorni scorsi, anche della commissione regionale di Vigilanza, presieduta da Sandro Mariani.
Un decreto, ha sottolineato il direttore sanitario della Asl1 Alfonso Mascitelli, «che fu emanato dal governo Prodi ed emanato su proposta del ministro Bindi ed era un decreto operativo. E’ una specifica responsabilità della direzione aziendale».
Subito dopo l’intervento di Romano e Mascitelli, la minoranza ha esposto uno striscione di protesta chiedendo le dimissioni del management della Asl.
Nel corso dell’audizione il manager Romano è, inoltre intervenuto sule principali tematiche legate alla situazione della Asl 1.
Fra gli argomenti trattati Romano è intervenuto sulla questione dei debiti della ASL nei confronti del Centro Servizi Anziani (CSA), noto anche come ex Onpi. Il manager ha chiarito che il debito relativo ai canoni di locazione, pari a oltre 360mila euro, è stato in gran parte liquidato, mentre la somma restante è in via di pagamento. Tuttavia, il debito più ingente, superiore ai 2 milioni di euro, riguarda il mancato pagamento delle prestazioni erogate dal CSA. Romano ha spiegato che tra il 2017 e il 2021 la struttura rientrava tra i privati accreditati, ma l’assenza di contratti sottoscritti sia dalla Regione sia dal CSA ha impedito la remunerazione delle prestazioni. Facendo riferimento alla legge 502, Romano ha ribadito che non è possibile erogare contributi senza un contratto in essere. Per superare questa impasse, è stato però avviato un confronto con i vertici del CSA per trovare una soluzione che consenta di riconoscere le somme dovute. Diversa è la situazione per i mancati pagamenti dal 2022 a oggi. Nel 2021, il CSA ha scelto di uscire dal circuito dei privati accreditati e la definizione di un budget per il centro è passata alla ASL, con fondi provenienti dal fondo indistinto trasferito dalla Regione. Anche su questo punto è stato avviato un percorso per saldare le annualità arretrate.
Un altro tema affrontato da Romano riguarda i due appalti delle società Sema e Dussmann, rispettivamente responsabili della manutenzione degli impianti e dell’energia termica, e della pulizia. Il manager ha segnalato gravi inadempienze da parte di entrambe le aziende. Nel caso di Sema, la ASL ha denunciato il mancato rispetto del capitolato, in particolare per la mancata installazione dei sensori termici in molti presidi e il ritardo nell’informatizzazione del telemonitoraggio, rendendo impossibile il controllo delle temperature. Per queste violazioni, la ASL ha applicato le penali previste per evitare danno erariale e ha avviato anche un’azione risarcitoria. Nonostante ciò, attualmente non risultano contenziosi in corso. Inoltre Romano ha sostenuto che la Asl si impegna a garantire la continuità del monitoraggio antincendio e ha già individuato soluzioni per la salvaguardia dei manutentori. Per quanto riguarda Dussmann, la società avrebbe fatturato prestazioni non effettivamente erogate, determinando pagamenti superiori al dovuto da parte della ASL. Anche su questo punto, l’azienda sanitaria sta adottando misure per tutelarsi economicamente e garantire la regolarità del servizio.
Infine, il direttore Mascitelli ha chiarito le ragioni del trasferimento della sede della riabilitazione territoriale. Il servizio, precedentemente situato nella zona di Collemaggio, è stato spostato nella struttura nota come G8, all’interno dell’ospedale San Salvatore, in quanto la sede precedente non disponeva dell’autorizzazione sanitaria necessaria. Mascitelli ha inoltre sottolineato che potrebbero esserci ulteriori spostamenti in futuro. È attualmente in corso un’indagine da parte di un tavolo tecnico per individuare, tra gli immobili di proprietà della ASL e del Comune, la struttura più idonea ad ospitare il servizio nel lungo termine.