28 Marzo 2025 - 12:50:46

di Martina Colabianchi

«Basta parlare di cattiva gestione economica e finanziaria del sistema sanitario regionale: il disavanzo 2024 è legato ad altri fattori, oggettivi e misurabili, che nulla hanno a che fare con l’attività della Regione e delle Asl».

È quanto dichiarato dall’assessore alla Salute della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, rispondendo di fatto alle numerosissime polemiche scatenate dalla manovra finanziaria straordinaria che approderà in Consiglio regionale il prossimo 3 aprile. Al centro dei malumori, la rimodulazione delle aliquote Irpef per risanare, in parte, i debiti accumulati dalle quattro Asl regionali.

«Per correttezza istituzionale – spiega Verì – ho aspettato la discussione in Commissione sulla proposta di rimodulazione delle addizionali Irpef regionali, ma a questo punto è bene rimettere ordine nel dibattito, che si è trasformato in una rissa senza precedenti e soprattutto senza fondamento, perché la minoranza ancora una volta ha creato caos, confondendo piani, situazioni e buttato nella discussione temi che nulla hanno a che vedere con i conti della sanità abruzzese».

Le minoranze, infatti, accusano da giorni la maggioranza a guida Marsilio di voler mettere le mani nelle tasche dei cittadini pur di far fronte all’ingente disavanzo cui avrebbe portato la cattiva gestione della stessa Giunta. Per questo, sono arrivate a chiedere le dimissioni dello stesso governatore, dell’assessore Verì e dell’assessore al Bilancio Mario Quaglieri.

Ed è proprio dall’attuale disavanzo accumulato che parte Verì, facendo riferimento ai dati dell’Advisor, la struttura esterna che supporta la Regione nei Tavoli ministeriali dal punto di vista amministrativo e contabile.

Scorrendo le cifre, il valore più importante è rappresentato dall’aumento dei costi del personale, che nel 2024 si attesta a 941 milioni di euro (ben 43 milioni in più rispetto all’anno precedente, legati agli adeguamenti contrattuali del personale sanitario).

«Già questo numero – sottolinea – fa ben comprendere il motivo per il quale si è fatto ricorso alla rimodulazione delle addizionali, il cui gettito è interamente destinato a finanziare questa voce. Vale la pena ricordare che tra il 2022 e il 2024 il saldo del personale del sistema sanitario regionale, al netto del turn over, è di oltre 500 unità in più. E nello stesso periodo, abbiamo assunto a tempo indeterminato 1850 unità di personale non dirigente, soprattutto a seguito delle procedure di stabilizzazione che hanno riguardato 1300 dipendenti, finora assunti con contratti precari e senza alcuna prospettiva di stabilità».

Verì, per la prima volta, interviene anche su quella che definisce la narrazione della voragine dei conti della sanità nascosta agli elettori prima delle elezioni regionali.

«È una versione che semplicemente non sta in piedi – prosegue – perché il disavanzo 2024 è stato provocato da fattori imprevisti ed imprevedibili, non certo da poste negative che ci trascinavamo dal passato: gli adeguamenti contrattuali sono l’esempio più evidente. Ribadisco ancora una volta che il 2023, dopo la manovra correttiva per far fronte alle maggiori spese del periodo pandemico e dell’inflazione, si è chiuso in equilibrio, come certificato dai tavoli ministeriali e dalla Corte dei Conti. E questo è un fatto oggettivo».

Dalla relazione dell’Advisor, aggiornata al quarto trimestre 2024, emerge inoltre che lo scorso anno si è registrato un incremento di 22 milioni di euro per prodotti farmaceutici ed emoderivati e di 3 milioni di euro sulla farmacia convenzionata, nonostante una contrazione del numero complessivo delle prescrizioni.

E ancora, tra le voci in aumento, ci sono 3 milioni in più per i dispositivi medici, 9 milioni e mezzo per l’assistenza informatica, oltre agli incrementi per l’acquisto di prestazioni dagli erogatori privati per oltre 14 milioni di euro finalizzati soprattutto ai piani di abbattimento delle liste d’attesa, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale.

«Mi sembra chiaro – rimarca ancora la Verì – che ci sia ben poco da imputare ad una cattiva gestione, anche perché dal 2019 ad oggi vorrei ricordare che la Regione ha investito decine di milioni di euro per il rinnovo delle grandi apparecchiature e degli elettromedicali in tutti gli ospedali (e non solo con fondi Pnrr), a differenza di quanto fatto dal governo di centrosinistra che ci ha preceduto e che non aveva acquistato nemmeno un ecografo durante la sua amministrazione, oltre a precarizzare oltre ogni limite i rapporti di lavoro».

L’assessore non nasconde però le difficoltà, soprattutto sulla percezione del servizio da parte dell’utenza.

«L’ho detto più volte – conclude – la quota di fondo sanitario nazionale destinata all’intero Abruzzo è la stessa assegnata al Comune di Milano. Ed è evidente che la situazione di partenza ci vede fortemente penalizzati, ma questo non ci ha mai scoraggiati e trovo ingiusto che per meri scopi elettoralistici si continuino ad attaccare di fatto migliaia di persone, nelle Asl e in Regione, che quotidianamente e con impegno svolgono il proprio lavoro con grande abnegazione. Perché, al di là dei soliti e strumentali distinguo di facciata, l’attacco non colpisce l’assessore Verì, ma tutti coloro che lavorano nella nostra sanità regionale».

Anche Gianpaolo Lugini, consigliere regionale del gruppo Marsilio Presidente, difende l’operato della Giunta e l’aumento delle aliquote Irpef.

«La situazione critica che ha condotto al commissariamento del sistema sanitario regionale affonda le radici nelle gravi responsabilità dell’amministrazione Del Turco (centrosinistra), la cui gestione inefficiente ha generato un disavanzo economico insostenibile – scrive -. Tuttavia, anche con l’uscita dal commissariamento nel 2016, sotto il governo D’Alfonso (centrosinistra), la situazione non ha subito un’inversione di rotta. Al contrario, il sistema sanitario ha rischiato un drastico ridimensionamento, con la chiusura di diversi presidi sanitari, tra cui quelli di Tagliacozzo e Pescina. La mancanza di una strategia efficace ha lasciato molte aree interne in una condizione di isolamento sanitario, con debiti elevati e criticità strutturali mai affrontate».

«Dal 2023, con l’insediamento della Giunta Marsilio, è stato avviato un piano di riordino ambizioso e coraggioso, con l’obiettivo di riportare la sanità pubblica al centro dell’azione politica. Abbiamo deciso di intervenire per garantire un servizio sanitario più vicino ai cittadini, soprattutto nelle aree interne e svantaggiate, da troppo tempo abbandonate», sottolinea Lugini.

«Il mantenimento dei presidi sanitari periferici rappresenta un passaggio fondamentale di questa strategia, ma comporta costi maggiori a causa dell’ampia estensione territoriale dell’Abruzzo rispetto alla densità della popolazione. A pesare sul bilancio della sanità regionale non è solo il mantenimento dei presidi, ma anche altri fattori, come l’adeguamento dei contratti per il personale sanitario e il rincaro dell’energia, che nell’ultimo anno hanno comportato un aggravio di circa 50 milioni di euro. Di fronte a queste difficoltà, era necessario adottare una misura responsabile per garantire la sostenibilità del sistema. Per questo motivo, la Giunta regionale ha deliberato un aumento dell’aliquota IRPEF per le fasce di reddito più alte. Si tratta di una scelta ponderata ed equa: chi ha di più contribuirà di più, mentre chi ha meno sarà tutelato da un sistema di detrazioni mirate».