29 Marzo 2025 - 17:40:37

di Redazione

Hanno presidiato la chiesa sotto una pioggia battente, i fedeli e cittadini di Roio per chiedere la riapertura del Santuario di Santa Maria della Croce, chiuso dalla data del sisma e oggetto di lavori di ricostruzione.

Un’attesa lunghissima per i roiani che lanciano appelli ormai da anni di riappropriarsi di un luogo sacro a tutti gli aquilani.

La ricostruzione di Santa Maria della Croce di Roio era stata avviata nel 2014 con il primo lotto di interventi strutturali, grazie alla donazione della Regione Liguria che, subito dopo il sisma, aveva messo a disposizione 1,5 milioni di euro. Il primo lotto di interventi si è concluso nel 2017.

Dai lavori, peraltro, sono riemersi dipinti murali originali, nascosti per anni dietro gli stucchi: un apparato decorativo tra i più belli dell’Aquilano, sul quale ha lavorato il pittore Giacomo Farelli. 

Alla fine del 2022 è finalmente arrivato l'”ok” della Soprintendenza al progetto per il completamento dei lavori e, dopo un lungo periodo di stop, le opere di restauro interno sono ripartite a metà del 2023.

Nel frattempo, la chiesa è stata riaperta solo in occasioni particolari come, ad esempio, le giornate di Autunno del Fai.

La scorsa estate, infine, sono state ricollocate all’interno le opere tra le quali la statua della Madonna di Roio e si è lavorato all’installazione del sistema di allarme.

Disattesi, negli anni, gli annunci di riconsegna del santuario alla comunità, dapprima prevista per Natale del 2023, poi rimandata al Natale successivo.

Prima della riapertura, spiega la docente di Univaq Domenica Paoletti, resta ora da installare l’impianto di riscaldamento.

«E’ stata fatta una convenzione tra il Segretariato regionale Mic e il dipartimento di Ingegneria per avere un progetto per una tipologia di riscaldamento non invasiva e che non danneggiasse affreschi e le statue – afferma –Il progetto è stato fatto dal mio gruppo di ricerca e consegnato a luglio del 2022 ed è stato accettato dal Segretariato. Il riscaldamento prevede delle pedane elettriche riscaldanti che sono presenti già in molte importanti chiese italiane, ma non ancora in Abruzzo. E’ un tipo di riscaldamento che arriva a 2,5 metri dal pavimento, è modulare per cui si può accendere solo nella parte dove sono presenti le persone e non interessa la parte alta della chiesa. Si tratta di pedane, peraltro, removibili e non invasive, coprono semplicemente il pavimento e sono certificate a livello europeo. Le pedane sono state acquistate e giacciono nei magazzini in attesa dell’ok della Soprintendenza»