02 Aprile 2025 - 15:38:18
di Martina Colabianchi
«È accaduto di nuovo: Biondi ha anteposto le esigenze del suo partito alle legittime aspettative delle cittadine e dei cittadini che dovrebbe rappresentare, e di cui dovrebbe difendere gli interessi».
Questo il commento del segretario aquilano del Pd Nello Avellani e del segretario provinciale Stefano Albano all’assenza del sindaco dell’Aquila in Prima Commissione, dove si stanno svolgendo una serie di audizioni in merito alla manovra finanziaria, in cui era atteso in qualità di presidente di Anci Abruzzo.
In molti, tra cui i due esponenti Dem, hanno letto quanto accaduto in chiave politica. Il primo cittadino aquilano avrebbe infatti «preferito disertare la convocazione, – scrivono – fuggendo alle responsabilità pur di non ‘disturbare’ le scelte del suo presidente di Regione che, per coprire i buchi di bilancio nella sanità creati da una gestione politica dissennata, intende mettere le mani nelle tasche dei cittadini e delle cittadine, già vessate da una tassazione altissima».
«D’altra parte, non avevamo dubbi: in questi anni, Biondi non ha speso una parola sul disastro della sanità, in Regione e nella provincia dell’Aquila in particolare, con i suoi concittadini costretti ad infinite liste d’attesa, ad ore di attesa nei Pronto soccorso, a file interminabili nei Cup, obbligati, nella maggior parte dei casi, a rivolgersi a privati per le cure o a lunghi viaggi fuori Regione. Non ha speso una parola sulla situazione edilizia drammatica dell’ospedale San Salvatore, sui mancati investimenti in personale e in tecnologie, sull’assenza di presidi sanitari, persino salvavita».
«Da presidente del Comitato ristretto dei sindaci che, per sua funzione, dovrebbe vigilare sulla Asl provinciale ed in particolare sui bilanci, – continuano Avellani e Albano – è rimasto zitto: guai a mettere in dubbio il governo regionale espressione del suo partito, il sindaco ha fatto finta di non vedere il buco milionario che si apriva nei bilanci della Asl 1».
«L’interesse è chiaro: nascondere i problemi, alimentare una vuota propaganda fatta di video e foto, restituendo a Roma l’impressione che, all’Aquila e in Abruzzo, tutto vada bene; così, Biondi intende accreditarsi a livello nazionale per raggiungere il suo unico obiettivo, quello che lo ha mosso fin dall’inizio: usare gli aquilani e le aquilane, sfruttare la città come trampolino verso il Parlamento o, in alternativa, verso la poltrona di presidente della Regione, cui già aveva ambito a pochi mesi dall’elezione a sindaco».
«A Biondi, dell’Aquila non frega niente – affondano -: non è un caso che non sia quasi mai nel suo ufficio di Palazzo Margherita, in giro per l’Italia a vestire i panni del fedele uomo di partito e assente in Giunta e in Consiglio comunale. Basta dare un’occhiata ai suoi post social. A governare la città sono altre figure, non politiche ma tecniche e fedelissime».
«Ma ieri è successo qualcosa di peggio. Oltre alle assenze e alle inadempienze di sindaco e presidente del Comitato ristretto dei sindaci, Biondi si è mostrato assolutamente inadeguato anche nel ruolo di presidente di Anci Abruzzo, anteponendo le esigenze sue e di Marsilio a quelle dei sindaci della Regione e delle comunità che rappresentano, e dimostrando così che avevamo ragione a dire che avrebbe tacitato l’Anci, associazione da sempre libera e trasversale, pur di tutelare gli interessi di partito. Una vergogna assoluta, che dimostra la statura dell’uomo, prima ancora del politico», concludono i due esponenti Dem.
La tanto discussa manovra finanziaria, che prevede una rimodulazione delle aliquote Irpef, approderà in Consiglio regionale domani, 3 aprile. In concomitanza, le sigle sindacali unite hanno promosso una mobilitazione davanti all’Emiciclo. Alla protesta hanno comunicato la propria adesione molti gruppi politici dell’opposizione, tra cui il Partito Democratico.