05 Aprile 2025 - 16:15:30

di Martina Colabianchi

A sedici anni dal sisma del 2009, la ricostruzione dell’Aquila e del suo comprensorio si avvicina a una fase cruciale.

Tra rallentamenti burocratici, emergenze successive e nuove normative, il bilancio attuale restituisce un quadro di sostanziale avanzamento, ma non privo di criticità. Ad oggi, secondo i dati diffusi dall’Ufficio speciale per la ricostruzione L’Aquila, sono state presentate 29.828 pratiche di ricostruzione privata, di cui 29.284 concluse.

Di queste, 3.592 sono state archiviate o annullate, mentre ne restano da istruire ancora 544. La percentuale di pratiche istruite sul totale presentato supera il 98%. L’importo richiesto per gli interventi privati ammonta a oltre 8,3 miliardi di euro, con 6,65 miliardi già concessi a fronte di una richiesta complessiva per le pratiche concluse di 7,37 miliardi. Restano da avviare richieste per circa 665 milioni di euro. Complessivamente, l’88% degli importi richiesti sono stati istruiti.

Sul fronte della ricostruzione pubblica, i dati aggiornati a fine dicembre indicano che il costo complessivo delle opere previste è di 2,62 miliardi di euro, di cui 2,44 miliardi già finanziati. Tuttavia, l’importo erogato si ferma a 1,68 miliardi, con una percentuale di erogazione sul totale finanziato del 69,21%. Il 2026, anno per cui L’Aquila è stata disegnata Capitale italiana della Cultura, potrebbe segnare degli obiettivi importanti, a partire dalla riapertura del Teatro comunale, annunciata nei giorni scorsi dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Sempre entro il 2026, il Museo nazionale d’Abruzzo (Munda) tornerà parzialmente nel Castello cinquecentesco dell’Aquila, dopo anni all’ex Mattatoio: saranno esposte solo le opere medievali e del Cinquecento, in attesa che si completino altri spazi. Intanto, proseguono i lavori sulle mura urbiche, in particolare a Porta Branconia, dove si prevede un percorso pedonale illuminato. Altri interventi strutturali sono in corso a Palazzo Centi, sede della Regione.

Un’esperienza di ricostruzione che «può diventare un modello per la futura ricostruzione dell’Ucraina», ha detto ancora Provenzano. Durante una recente visita a Bruxelles delle delegazioni degli Uffici speciali Usra e Usrc, infatti, i modelli adottati in Abruzzo sono stati apprezzati come possibile riferimento per affrontare la complessa sfida della ripartenza in territori colpiti da guerre e catastrofi.

«A Bruxelles si è discusso anche di una possibile collaborazione futura, ma la conferma ufficiale dipenderà ovviamente da futuri sviluppi – ha sottolineato – Un tema centrale riguarda proprio la ricostruzione in Ucraina, dove sono previsti investimenti per circa mille miliardi di euro. La sfida principale riguarda la definizione delle linee di demarcazione con la Russia. Ma c’è anche l’urgenza di sviluppare infrastrutture, soprattutto nella parte del Paese che guarda verso l’Europa».

«Queste zone – ha aggiunto – sono meno infrastrutturate, in particolare a causa della pianificazione risalente all’ex Unione Sovietica. Gli interlocutori ucraini hanno sottolineato l’importanza di coinvolgere esperti con oltre un decennio di esperienza nella ricostruzione, sia tra i funzionari pubblici che nelle maestranze. A tal proposito, il nostro know-how, maturato sul campo potrebbe essere importante. Una condizione necessaria per affrontare una sfida senza precedenti per il mondo occidentale».

Il capoluogo, secondo le stime dell’Usra, attesta l’80-85% di edifici riconsegnati o in fase di riconsegna, in città e nelle frazioni.

Uscendo da L’Aquila città, con le sue 40 vittime nella notte tra il 5 e il 6 aprile, Onna è stato il paese che ha pagato il prezzo più alto nel terremoto che nel 2009 colpì L’Aquila e l’Abruzzo.

Quel borgo, quasi completamente distrutto, sta progressivamente ritrovando le sue abitazioni, anche in punti dove fino a qualche anno fa non c’erano altro che macerie. Un vuoto si apriva proprio nel cuore degli aggregati edilizi. Oggi, quel vuoto è occupato da cantieri in piena attività: il fango sulle strade racconta un’altra storia, fatta di operai, mezzi e ponteggi dove si procede a ritmo sostenuto. La ricostruzione è avviata al 90%. Molti cantieri sono stati chiusi, alcune famiglie hanno già ritrovato le proprie case e quasi tutti i 21 aggregati registrano interventi.

Secondo i dati aggiornati al 25 marzo, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila (Usra) ha emesso 110 pareri relativi a interventi nella frazione, per un totale di 307 unità immobiliari coinvolte. L’importo delle risorse concesse supera i 50 milioni di euro. L’obiettivo è superare il 99% della ricostruzione entro un anno.

Quello di Onna è un progetto di ricostruzione ambizioso, che potrebbe arrivare al traguardo proprio nell’anno in cui L’Aquila si fregia del titolo di Capitale italiana della Cultura. Già si parla della possibilità di inserire, nella programmazione di L’Aquila 2026, un evento in cui verranno presentati i risultati del processo di ricostruzione, in un contesto in cui i danni ingenti subiti dagli edifici hanno favorito una progettazione più attenta, soprattutto in termini di tenuta sismica.

«Onna è passata alle cronache nazionali e internazionali come il simbolo della distruzione – ricorda all’Ansa il titolare dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila, Salvo Provenzano ora tutto il mondo sta per vedere un borgo ricostruito, anche in maniera esemplare, in termini di tenuta sismica. Questo paese è il simbolo della buona ricostruzione».

Nelle altre frazioni il ritmo è più lento. Una delle principali difficoltà riguarda la definizione della proprietà degli immobili. Un altro ostacolo è rappresentato dagli abusi edilizi.