08 Aprile 2025 - 10:13:07
di Redazione
Scatta la denuncia della Lega nazionale per la difesa del cane Animal Protection (Lndc) per l’allevamento lager di Roio (L’Aquila) portato alla ribalta nazionale nei giorni scorsi dall’attivista Enrico Rizzi.
Rizzi è arrivato all’Aquila allertato dalle associazioni animaliste locali che più volte nei mesi scorsi si erano recate nell’allevamento, denunciando alle autorità competenti le condizioni estremamente precarie in cui vivono gli animali tra i quali cavalli, tacchini, pecore e cani.
Rizzi ha documentato con le proprie dirette sui social seguite da circa 700 mila persone, le preoccupanti condizioni igienico sanitarie della struttura, filmando animali costretti e vivere nel fango, negli escrementi e resti di animali morti.
«L’associazione condanna fermamente quanto emerso negli scorsi giorni a Roio, frazione dell’Aquila, dove è stato scoperto un vero e proprio lager per cavalli. Gli animali, secondo quanto riportato, vivevano in condizioni inaccettabili: senza cibo, in mezzo agli escrementi e con cavalli morti lasciati sul posto in stato di decomposizione. Agli attivisti locali di Lndc erano già stati affidati anche alcuni cani che vivevano lì e anche in questo caso la locale sezione ha offerto alla Asl veterinaria la propria disponibilità ad accogliere altri cani della stessa persona – afferma la Lndc –
Le condizioni drammatiche del posto in questione erano già state attenzionate e segnalate anche dalla Sezione Lndc dell’Aquila e non coinvolgevano soltanto i cavalli. Agli attivisti locali, infatti, erano stati affidati anche alcuni cani che vivevano lì e anche in questo caso la locale sezione ha offerto alla Asl veterinaria la propria disponibilità ad accogliere altri cani della stessa persona, come avvenuto in precedenti casi vista la continuativa collaborazione con le istituzioni.
Lndc Animal Protection segue da anni casi di maltrattamento equino, denunciando abusi e strutture abusive in tutta Italia. «La scoperta di Roio conferma quanto sia ancora diffuso l’allevamento e la detenzione di cavalli senza le dovute accortezze per garantire il loro benessere. Un fenomeno sommerso che continua a causare sofferenza e morte, nel silenzio generale. Scene del genere non dovrebbero più esistere in un Paese civile – dichiara Piera Rosati, presidente Lndc Animal Protection – Troppo spesso chi alleva o detiene animali per profitto cerca di ottenere la massima resa con la minima spesa, senza quindi prestare le dovute cure e attenzione a quelle che sono considerate solo merci. Chi riduce animali senzienti a oggetti da sfruttare e abbandonare deve essere perseguito con la massima severità. Abbiamo sporto denuncia contro i responsabili e ci costituiremo parte civile nell’eventuale processo, con l’obiettivo di arrivare a ottenere una condanna esemplare».
«Questa vicenda ci ricorda l’urgenza di rafforzare i controlli sul territorio e dotare le forze dell’ordine di strumenti adeguati per prevenire e reprimere questi reati – continua Rosati – Ma serve anche una presa di coscienza da parte della società civile: chi sa e tace, è complice».
Lndc Animal Protection rinnova il suo appello alla cittadinanza: «Segnalate situazioni sospette, fate sentire la vostra voce. Ogni segnalazione può salvare una vita».
Tramite il proprio ufficio legale, l’associazione precisa che seguirà da vicino l’evolversi del caso, chiedendo alle autorità una rapida e rigorosa applicazione della legge. I cavalli superstiti devono essere messi in salvo e curati al più presto. I cadaveri di cavalli recuperati testimoniano una sofferenza che non possiamo ignorare.
La Asl si difende: «Fatti tutti gli interventi e le verifiche di legge»
«Nell’ultimo mese e mezzo la Asl, assolvendo in pieno al suo compito, ha effettuato sopralluoghi e rilievi, inflitto sanzioni, impartito prescrizioni e inviato relazioni alle autorità competenti».
Lo precisa il direttore del servizio veterinario, Massimo Ciuffetelli, in merito alle notizie pubblicate nei giorni scorsi sull’ allevamento di Roio.
«Il nostro servizio ha fatto tutti gli interventi consentiti e previsti dalla legge. Domenica 6 aprile abbiamo effettuato un ulteriore intervento, in seguito all’ingresso non autorizzato nell’allevamento da parte di alcune associazioni animaliste, facendo un controllo sanitario su una cavalla presente all’interno. L’animale, non in pericolo di vita e già in cura da un veterinario libero professionista, è stato trasferito in una struttura idonea, dopo le necessarie autorizzazioni, per ulteriori trattamenti», aggiunge Ciuffetelli.
«Dispiace constatare che il personale veterinario della Asl, che ha fatto sempre il suo dovere con competenza e rispetto delle norme, sia ora esposto a una gogna mediatica inaccettabile e pretestuosa. La tutela del benessere animale è una priorità per questa azienda che continuerà ad agire con la massima serietà e nel rispetto della legalità e delle procedure», conclude il direttore del servizio veterinario.