10 Aprile 2025 - 10:48:28

di Redazione

«Siamo sempre più determinati a combattere contro la prepotenza della Snam che vuole devastare il nostro territorio con il suo metanodotto, godendo della complicità e del silenzio della politica tutta, in un grosso banchetto a discapito dell’ambiente, del paesaggio, delle comunità locali, della loro sicurezza e delle loro attività economiche».

Ad affermarlo è Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) di Paganica e San Gregorio, popolose frazioni dell’Aquila, nell’annunciare un’assemblea pubblica che si terrà mercoledì 23 aprile alle 17 in una grande tensostruttura che sarà montata nella villa comunale di Paganica.

Assemblea che darà voce ai tanti cittadini contrari al percorso del metanodotto Snam che collegherà Sulmona, dove è in corso di realizzazione la centrale di compressione, e Foligno in Umbria, attraversando decine di comuni abruzzesi, tutti in area fortemente sismica.

Tra cui il territorio di Paganica, per ben 7 chilometri e quasi 40 ettari, con la distruzione di cave di tartufi, coltivazioni di zafferano e di sentieri, con il taglio di migliaia di alberi, passando sotto il fiume Raiale e a meno di 200 metri dal celebre santuario della Madonna di Appari, intersecando il sentiero attrezzato che è una affermata infrastruttura turistica. 

Saranno invitati all’assemblea tutti i protagonisti della lotta e dei presidi che hanno scongiurato la realizzazione di una discarica dei rifiuti a Monte Manicola.

«E’ incredibile che chi ha pensato, progettato e deciso il tracciato di questo metanodotto, non abbia preso in considerazione il fatto che qui come altrove esso passa sopra una faglia attiva – incalza Galletti -. Eppure dovrebbe far riflettere e far suonare l’ennesimo campanello d’allarme l’esplosione della scorsa settimana di un gasdotto della compagnia nazionale Petronas, a Kuala Lumpur, in Malesia, che ha provocato un rogo visibile a chilometri di distanza, con 63 persone persone rimaste ferite, ustionate e intossicate, con l’evacuazione di numerose abitazioni. Nel nostro piccolo, qui nessuno dimentica del resto come la notte del terremoto del 6 aprile 2009, un tubo dell’acquedotto e quello del gas sono stati tranciati dal movimento tellurico. Niente in confronto di quello che potrebbe accadere ad un gasdotto di così grandi dimensioni in una situazione simile».

Galletti torna poi ad insistere sul capitolo risarcimenti, proposti da Snam, «appena 100.000 euro, con una quantificazione successiva dei danni di lunga durata. Nulla comunque rispetto ai danni che saranno ad esempio causati alle tartufaie naturali, per una perizia superiori ai 50 milioni di euro»

«Questa battaglia – conclude Galletti – non riguarda però solo il territorio che l’Asbuc rappresenta, la nostra resistenza non è dettata dalla sindrome del ‘nimby’, ovvero dell’ovunque ma non nel mio giardino. Noi ci battiamo contro un’opera inutile che costerà complessivamente oltre 2,5 miliardi, che saranno pagati dai cittadini nella bolletta. Con un rapporto costi-benefici del tutto negativo, visto che il consumo di gas nei prossimi anni sarà destinato a scendere, tenuto conto che si sta accelerando anche in Abruzzo per moltiplicare entro il 2030 la produzione di energia con l’eolico e il fotovoltaico, che è uno degli obiettivi dell’Unione europea. La verità è che il gas è una droga degli onnipotenti che va superata a favore delle rinnovabili. Sembra che ci si stia dimenticando del surriscaldamento terrestre, provocato dalle emissioni di CO2, di cui anche il gas è responsabile, una delle più grandi catastrofi naturali di cui già se ne colgono i tangibili e disastrosi effetti».