12 Aprile 2025 - 12:13:30
di Redazione
«Riprendo con amarezza e rabbia la protesta del Nursind, il principale Sindacato infermieristico in Italia (la prima e unica sigla ad aver raggiunto il traguardo storico della rappresentatività nazionale) che è stata costretta a proclamare lo Stato di Agitazione dei propri aderenti che operano nella ASL1 a seguito di una scelta sbagliata, pericolosa e assurda da parte della Direzione della Asl1».
Lo afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci.
«Gli operatori lamentano la decisione – attuata con una Direttiva del 31 marzo scorso – di riorganizzare il reparto di Endoscopia digestiva prevedendo il trasferimento obbligatorio dei pazienti dall’Ospedale di Castel di Sangro e Sulmona al San Salvatore dell’Aquila col rischio che un paziente, ricoverato al Pronto Soccorso per un’urgenza, debba sopportare più di due ore di viaggio in ambulanza quando i protocolli prevedono al massimo la reperibilità del medico entro 30 minuti proprio per evitare complicazioni e pericoli».
«Manco a dirsi, la decisione è stata assunta in assenza del Piano di Emergenza-Urgenza e
ovviamente senza alcuna concertazione e coinvolgimento degli operatori. Sulla questione è giustamente intervenuto anche Antonio Santilli, presidente del Conaratos (il Comitato nazionale di rappresentanza e tutela degli operatori sanitari) rilanciando la denuncia», sottolinea Pietrucci.
«A questo punto mi chiedo e chiedo alle tre consigliere regionali elette e provenienti dalla Valle Peligna, Marianna Scoccia, Maria Assunta Rossi e Antonietta La Porta: possono condividere questo allarme, esprimersi pubblicamente e adoperarsi soprattutto con la Direzione della Asl1 e l’Assessora regionale (di cui hanno ampiamente giustificato l’operato, al punto di mantenere tutti incollati al loro posto insieme all’assessore al bilancio, preferendo far pagare le inefficienze di bilancio e della sanità aumentando le tasse ai cittadini abruzzesi) facendo ritirare la delibera della Asl1?», prosegue.
«Potrebbero farsi sostenere anche dal Presidente del Comitato ristretto dei Sindaci e dal Presidente della Provincia. Sarebbe un modo serio di dimostrarsi dalla parte dei pazienti, degli operatori sanitari e del
diritto alla salute dei cittadini del nostro martoriato territorio», conclude.