13 Aprile 2025 - 12:40:25
di Martina Colabianchi
In una gremita basilica di San Bernardino da Siena a L’Aquila si è celebrata la Domenica delle Palme con una presenza di eccezione a presiederla: Sua Eminenza il Cardinale Ernest Simoni.
Alla cerimonia ha partecipato, in rappresentanza del Comune dell’Aquila, l’assessore Ersilia Lancia e, per la Regione Abruzzo, la consigliera Carla Mannetti. Presenti anche autorità civili e militari.

La celebrazione è stata preceduta dal tradizionale rito della benedizione degli ulivi sul sagrato della Basilica e dal raccoglimento del Cardinale in preghiera al Mausoleo che custodisce le spoglie di San Bernardino da Siena.

Nel contesto dell’anno giubilare, così ricco di spiritualità, si rafforza così il legame tra L’Aquila e Roma, che si rinnova ogni anno con la Perdonanza Celestiniana, e non solo, nel segno del perdono. Lo ha fatto adesso con un uomo che, grazie alla fede, ha saputo coltivare la luce e protendere verso di essa nonostante il buio che lo circondava: un’ispirazione per tutti, in questo periodo di guerra e incertezza.
Sua Eminenza il Cardinale Ernest Simoni Presbitero dell’Arcidiocesi di Shkodrë-Pult (Scutari – Albania) è stato Ordinato sacerdote l’8 aprile 1956 e per oltre sette anni ha guidato le parrocchie di Kabash, Pukë, Kukël, Gocaj, Barbullush, Mal i Jushit, Torovicë e Sumë. Considerato un “nemico del popolo” ai tempi della dittatura comunista di Enver Hoxha, è stato arrestato nella notte di Natale del 1963, mentre celebrava la messa a Barbullush, e confinato in una cella d’isolamento con una condanna a diciotto anni.
Ai suoi compagni di prigionia gli aguzzini hanno ordinato di registrare la sua “prevedibile rabbia” contro il regime, ma dalla bocca del sacerdote sono uscite sempre e solo parole di perdono e di preghiera. È arrivata puntuale anche la condanna a morte, ma la sua pena è stata commutata in venticinque anni di lavori forzati nelle gallerie buie delle miniere di Spac e poi nelle fogne di Scutari. Anche in questa drammatica situazione non ha perso la fede e non ha mai interrotto il suo ministero sacerdotale. È stato definitivamente liberato il 5 settembre 1990. Appena fuori dal carcere, ha confermato il perdono ai suoi aguzzini, invocando per loro la misericordia del Padre.