14 Aprile 2025 - 11:55:37
di Redazione
Un omaggio a un luogo iconico, che a metà degli anni ’90 divenne un punto di riferimento per i giovani musicisti del centro Abruzzo e dell’intero territorio nazionale, in grado di catalizzare anche le attenzioni della stampa e degli addetti ai lavori. Si tratta del “Naima”, locale che tra il 1994 e il 1997, a Sulmona (L’Aquila), ospitò tantissime formazioni musicali, spaziando dal jazz al rock, dal blues alla musica d’autore, e che fece da scenario a tanti concerti e rassegne.
A celebrare il locale, i suoi fondatori Domenico Leone e Paolo Meniconi, e le tante band che hanno calcato il palco sarà la mostra “Naima 2025 – Suoni, Sogni, Volti” che sarà inaugurata giovedì 17 aprile, alle ore 18.30, nei locali di FG Music in Viale Papa Giovanni XXIII, N.64 a Sulmona, altro luogo iconico per i musicisti abruzzesi e non solo, grazie all’impegno profuso da Fausto Andreotti e dalla sua famiglia.
La mostra prevede un’esposizione di manifesti, poster, fotografie, schede e articoli di giornale dei concerti, delle rassegne rock e delle band che hanno suonato nel mitico locale di via Alessandro Volta, negli spazi del Dopolavoro Ferroviario. La mostra potrà essere visitata fino al 4 maggio 2025, dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 20 (domenica e festivi chiusa). Per informazioni: WhatsApp 340 0735506.
Il Naima è stato per Sulmona e il Centro Abruzzo il locale rock per eccellenza, colmando un vuoto che risaliva almeno dalla fine degli anni ’60. Partito come locale jazz, nel giro di poco tempo il numero di persone che circolò dentro e fuori il locale crebbe a dismisura e con loro anche la fama. Nato dall’intuizione di Domenico Leone e Paolo Meniconi sulla volontà di offrire in città una proposta musicale adatta al mondo dei club, il Naima divenne ben presto un crocevia di artisti indipendenti più o meno noti sulla scena nazionale. Da ricordare per esempio il concerto della punk band Senzabenza (al tempo spalla dei tour italiani dei Ramones), o i Mr. Igor, che proponevano le canzoni di un allora ancora sconosciuto Alex Britti. Ma il locale divenne ben presto il palco per i sogni di gloria di tante band locali e non solo. Ne furono una conferma le varie edizioni della rassegna “Notti Rock”, che ha visto alternarsi sul palco band come MG14, Mr. Chipsters, Nameless, Attn’ Kiff, Figurine Mancanti, Mescalina, Le Voglie di Maria, Amanithe, Rotten Sound, Angry Noise, Freedom, Fuck’N’Fun, Stoned, No Future, Beehive, 3M, Edipo e il suo complesso, No More Fear, P38KS, Linea d’uscita, Lybra, Teddy Beers, Leve Eve Leave, Miasma oltre che di fuori città come gli Intifada di Pescara, i Carrion di Teramo, Sotto l’albero ci piove di Castel di Sangro, gli Hogun di Pescara, i Gerky Monkey di Terni, i Condanna di Lanciano, i Meat For Dogs di Catanzaro, i Sacral Death di Bari, i Blood Stained Host di Bussi sul Tirino, i Monofase di Roma e tanti altri.
«La mostra nasce per omaggiare un periodo culturale e per certi aspetti irripetibile per Sulmona – spiega Emanuele Verrocchi, l’ideatore della mostra – Voglio ringraziare Domenico Leone per l’affascinante raccolta documentale. E’ doveroso rendere omaggio al Naima e ai suoi fondatori Domenico Leone e Paolo Meniconi, sia per il contributo culturale dato alla città con una proposta inedita fino a quel periodo, e sia per aver dato la possibilità a tanti ragazzi di allora di trovare un palco e avere la possibilità di potersi esprimere liberamente, proponendo qualsiasi genere di musica. Sono invitati all’esposizione tutti i musicisti di quel periodo, oltre che gli stessi fondatori del locale, per recuperare altre foto e ulteriore materiale. A molti farà piacere rivedersi».
Per Antonio Ranalli, giornalista musicale «il successo del Naima è da inquadrare anche nell’esplosione del rock italiano degli anni ’90, che aveva fatto emergere centinaia di nuove band, e contagiato di conseguenza tanti ragazzi che, sulla scia di concerti e rassegne sparse in tutta Italia, volevano in qualche modo “esserci” ed essere testimoni di quel periodo. Alcune band locali sono state sicuramente un punto di riferimento importante per tutti, penso agli MG14, che grazie alla proposta musicale offerta fecero conoscere ai ragazzi canzoni e artisti, indirizzando anche loro scelte musicali».
Per Silvio Mancinelli, l’altro curatore della mostra, «al di là della qualità delle esecuzioni, l’aspetto più importante è stato quello aggregativo: in quel periodo oltre che tante band sono nate tante amicizie che nella maggior parte dei casi durano ancora oggi. Nel lavoro di ricerca fatto per questa mostra sono spuntati ovviamente anche tanti video, che stiamo digitalizzando. L’idea è anche quella di realizzare un piccolo documentario. Per questo realizzeremo in questi giorni anche delle interviste ai musicisti e ai protagonisti di allora per cercare di realizzare un documento che riteniamo utile e che speriamo possa magari invogliare tanti ragazzi di oggi a prendere in mano una chitarra e a dare sfogo alle proprie emozioni».